Intervista sul canale YouTube dell’associazione Il Paese delle Donne a Pina Mandolfo, autrice di Lo scandalo della felicità.

Pina Mandolfo risponde al “richiamo misterioso che negli ultimi decenni, storiche, letterate, artiste hanno imparato a riconoscere e decifrare” recuperando la figura, in parte storica e in parte romanzata, della principessa Anna Valdina, figlia di Paola Vignola Papé – nipote del protonatoro del Regno spagnolo di Napoli – e di Don Andrea Valdina della Rocca: padre padrone che monacò quattro figlie e ne fece sposare una quinta a un anziano, per lasciare eredità e titoli al figlio maschio.

La ricerca, ispirata dalla Mostra all’Archivio di Stato di Palermo “Ruoli femminili nella documentazione d’Archivio nei secoli XII-XIX”, riconsegna una figura emblematica anche per le trasposizioni nell’attualità, per le analisi delle dinamiche relazionali in una società improntata all’acquisizione di beni, benefici e immagine. Sullo sfondo, Palermo, d’alto e basso rango, dominata da poteri assoluti retti da inganni e plagi, indifferente all’infelicità femminile, si consuma “tra falsi sorrisi, intanto dolcezza e parole inzuccherate, il misfatto del principe”. La principessa fu separata dalle sorelline che in altro convento troveranno il velo e una morte disperata: “…da collegiali, divennero preda di direttori spirituali, novizie, professe e badesse tutti deputati a persuadere le sventurate alla vocazione e condannare i loro corpi alla prigione monastica”. Entrata a sette anni nel “Monastero delle Stimmate di San Francesco della felice città di Palermo” (autunno 1642), Anna Valdina affronta una triste situazione che crede transitoria, poi comprende l’inganno, denuncia la complicità di quel mondo in cui sosterrà, per mezzo secolo, lo scontro con il padre, la madre, il fratello, le badesse, i confessori, le autorità religiose coalizzate nell’imporle il velo e poi nell’impedirle di lasciarlo.

La principessa vive di assoluti e di speranze, rifiuta la rassegnazione, sopravvive grazie alla sua intelligenza ma anche grazie all’amicizia con altra monaca forzata, Beatrice, sua maestra di musica e di canto – in cui eccelse, esprimendo parola, sofferenza e furore – e di una sua “creata” (serva), Giovanna Nasca, che chiamerà a sé quando rientrerà “nel mondo”, ultrasessantenne! Non è l’unica figura di straordinario impatto.

Nel recupero delle genealogie femminili, l’Autrice immagina che l’unica risposta positiva a una supplica di Anna arrivi da Eleonora di Mora cui il marito, Aniello Guzman y Carafa – presentendo di morire dopo l’arrivo a Palermo – lasciò la carica di Viceré (1676). Da subito impegnata contro la corruzione, gli eccessi “dell’olimpo vizioso del potere politico e religioso del Seicento siciliano”, le violenze, la prostituzione dove “colpì i clienti”, Donna Eleonora, “colta quanto bella e di generosa e giusta disposizione”, fu richiamata dalla corona in Spagna dopo soli 27 giorni di regno. L’altera e irriducibile principessa (dal 1651 suor Anna Magdalena), salvatasi grazie al rango dall’Inquisizione, al centro di un epocale processo, riuscì a lasciare l’abito con il sostegno di un nipote cui lasciò titoli ed eredità dei Valdina. Un libro dalle molte sorprese che l’elegante scrittura rende ancora più avvincente.

Info: Pina Mandolfo; pref. di Hélène Cixous, Lo scandalo della Felicità. Il caso della principessa Valdina di Palermo. – Milano: Vanda Edizioni, 2022.

PINA MANDOLFO, scrittrice, sceneggiatrice e regista siciliana, operatrice culturale, socia fondatrice della Società Italiana delle Letterate (1996), articolista su testate femministe e sul quotidiano “La Sicilia”; tra i soggetti cinematografici “Viola di mare” (2009) vincitore del NICE festival e del Premio Capri.