Martedì 20/2/2024 i negoziatori del Parlamento e del Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio su nuove misure per garantire che la qualità dell’aria nell’UE non sia dannosa per la salute umana, gli ecosistemi naturali e la biodiversità.

L’accordo raggiunto deve ancora essere adottato dal Parlamento e dal Consiglio, dopodiché la nuova legge sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. I paesi dell’UE avranno quindi due anni per applicare le nuove regole.

La nuova normativa mira a ridurre l’inquinamento atmosferico nell’UE per ottenere un ambiente pulito e sano per i cittadini e un inquinamento atmosferico pari a zero entro il 2050.

Le nuove norme stabiliscono limiti e valori obiettivo più severi per il 2030, rispetto alle norme attuali, per diversi inquinanti tra cui il particolato (PM2,5, PM10), NO2 (biossido di azoto) e SO2 (biossido di zolfo). 

Punti di campionamento della qualità dell’aria nelle città permetteranno di rivedere/riesaminare gli standard entro il 31 dicembre 2030 e successivamente almeno ogni cinque anni.

Gli Stati membri potranno richiedere che la scadenza del 2030 per il raggiungimento dei valori limite per la qualità dell’aria venga posticipata fino a dieci anni, se saranno soddisfatte condizioni specifiche, ad esempio il miglioramento dei riscaldamenti condominiali.
Oltre ai piani per la qualità dell’aria, richiesti per i paesi dell’UE che superano i limiti, tutti gli Stati membri dovranno creare tabelle di marcia per la qualità dell’aria entro il 31 dicembre 2028 che definiscano misure a breve e lungo termine per rispettare i nuovi valori limite 2030 proposti dal Parlamento.

I colegislatori hanno convenuto di rendere comparabili, chiari e accessibili al pubblico gli indici di qualità dell’aria che potranno fornire anche informazioni sui sintomi associati ai picchi di inquinamento atmosferico e sui rischi per la salute associati a ciascun inquinante, comprese informazioni su misura per i gruppi vulnerabili come richiesto dal Parlamento.

Ai cittadini interessati e alle ONG ambientaliste dovrebbe essere concesso l’accesso alla giustizia per contestare l’attuazione di questa direttiva negli Stati membri e che i cittadini dovrebbero avere diritto a un risarcimento quando la loro salute è stata danneggiata a causa della violazione delle nuove norme nazionali.

L’inquinamento atmosferico continua a essere la principale causa ambientale di morte prematura nell’UE, con circa 300.000 morti premature all’anno. Nell’ottobre del 2022, la Commissione europea aveva proposto infatti la revisione delle direttive UE esistenti sulla qualità dell’aria (2004 e 2008) come parte integrante del piano d’azione dell’UE per l’inquinamento zero nel quadro del Green Deal europeo.