Sono 40 anni che le donne chiedono inascoltate che il proprio cognome non venga cancellato. Nel tempo in cui la dignità si fa tema politico, il cognome della madre taciuto, prima di essere un’ingiustizia, appare per quello che è: uno scandalo.

È tempo di verità, che i figli portino i segni di coloro che li hanno generati e che il loro nome sia una storia e non un attestato di proprietà.

Vogliamo che questo sia alla nascita senza necessità di accordi e concessioni tra coniugi.

Ci auguriamo che questa discussione non si impantani in sterili conflitti, in contrapposizioni strumentali, in furbe lungaggini.

Le donne, oggi più che mai, hanno un enorme credito da riscuotere.

UDI-Unione Donne in Italia–