Sul canale YouTube dell’associazione Il Paese delle Donne, Maria Paola Fiorensoli ha intervistato Annalisa Milani, giornalista, responsabile per la Wilpf (Women’s international league for peace and freedom) sul meeting odierno (2 marzo) del gruppo Gender dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).

Nel meeting il gruppo ha avuto come parola comune “disarmo” e avanzato richieste da portare anche all’ONU: una conferenza internazionale a Varsavia in Aprile; partecipazione di organizzazioni di donne ai tavoli di pace (risoluzione Onu 1325); sostegno a donne e uomini che s’oppongono all’arruolamento obbligatorio per i maschi in Bielorussia (1 marzo); sostegno a chi anche in Russia sta manifestando contro la guerra in Ucraina. Grandi preoccupazioni per gli assetti geopolitici euroasiatici e per le trattative appena iniziate, in costanza di guerra..

Il gruppo Women Gender, nato 5 anni fa nella società civile dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea. Aderiscono 54 Stati, ha sede tra Varsavia e Vienna; “è stata importantissima per rompere il primo muro di Berlino e ha molta importanza nei Paesi dell’area asiatica, dei Paesi dell’Est”.

Intervista di oggi, 2 marzo:

Del 25 febbraio la prima intervista a Annalisa Milani su “Donne e guerra in Ucraina”


Il silenzio che non c’è

Un Appello degli intellettuali russi “contro una possibile guerra in Ucrania” era uscito il 30 gennaio a firma di 90 tra politici ed economisti (es. Andrei Nechayev), sociologi (es. Lev Gudkov), registi (es. Garri Bardin), e altre personalità e attivist* di movimenti anti-militaristi e d’opposizione, tra cui: Libertarian Party of Russia (“Echo of Moscow”, jan 30), Alex Tabalov’s human rights organization Recruit’s School (Vk, 24 feb), compreso Soldier’Moters of St. Petersbrug (VK, Feb 25) e Feminist Anti-War Resistance (Doxa, Feb 25).

L’Appello per “fermare immediatamente l’invasione dell’Ucraina” dell’Union of Cinematographers and Professional Film Organizations and Associations of Russia, firmato da 80 appartenenti al mondo dello spettacolo e da regist* tra cui Boris Kjlebnikov, Vitaly Mansky, Andrei Proshkin, Alexander Lungin, Yury Borisov (Kinosoyuz, Feb. 24) era stato seguito da molti altri che tra il  25 e il 26 febbraio erano comparsi a firma di scienziat*  (Troitsky Variana-Nauka, Feb. 24 e Feb. 25, Google Sites Feb 26) tra i quali il Premio Nobel 2019 Andre Geim, e non solo.

Molte le Lettere aperte di studenti e docenti universitari (Meduza, Feb 24), insegnanti (Meduza, Feb 26) e quella dei “100 giornilist* dei media più seguiti (Novaya Gazeta, Dozhd, TASS, RBC, RTVi, Kommersant, Important Stories, Echo of Moscow, Doxa (Chernenko’s Telegram channel, Feb 24) e di testate più piccole. 

Dal 26 al 27 continuarono gli Appelli a firma di disegnator*, illustrator*, archittett* (Project Russia, Feb 26), psicologi e psichiatr* (Google Docs), e di persone di ogni settore dell’economia e dell’industria, della cultura e dello spettacolo; produssero Lettere aperte contro la guerra anche  sommelliers, chefs, operatori e operatrici in ogni campo, con una coraggiosa e pericolosa esposizione in prima persona (Ass’ Facebook, Feb 26; YouTube, Feb 27).

Una mobilitazione interna che se non ha fermato Putin contraddice il propagandato pieno sostegno all’operazione armata (circa 400 organizzazioni, decine di testate e migliaia di firme singole) e nonostante i costi altissimi della repressione che sembra contare a oggi migliaia e migliaia di fermi, comunica al mondo che l’opinione pubblica e l’opposizione interna rimangono terreni delicati quanto strategici per qualsiasi governo.    

Nel meeting odierno (2 marzo) del gruppo Women Gender della società civile dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, che riguarda 54 Paesi ed è molto importante in Eurasia e nell’Est), alla preoccupazione per i drammi, singoli e collettivi, le distruzioni, le lacerazioni che sempre la guerra produce e in questi giorni i media esplicitano, in Ucraina con un’attenzione superiore a quella data ad altri conflitti non meno tragici ma più lontani da noi e che non ci interrogano (o ci hanno interrogato), sulla Ue, le sue relazioni interne ed esterne, il suo ruolo, la parola comune è stata “disarmo” e la richiesta principale quella di una conferenza Onu ad Aprile, a Varsavia (una delle due sedi dell’Osce), con partecipazione di donne mediatrici (ris. ONU 1325) come ricordato da Annalisa Milani, rappresentante Wilpf-Italia nel gruppo (Canale YouTube Associazione Paese delle Donne, 2 marzo 2022) e nostra fonte per i dati soprariportati.

MPF