Ai tempi dei castelli, nel Medioevo, si affaccia alla nostra attenzione una donna molto particolare dal nome altrettanto singolare: Trotula. Era di Salerno ed è una delle prime ginecologhe della storia.

Gli uomini andavano alla guerra, era il tempo delle Crociate e lei con quel suo nome delizioso si dedica, invece, con passione alle donne incinte. E’ una delle prime dottoresse della storia. Trotula de Ruggerio è detta di Salerno perché ha studiato e insegnato nella prestigiosa scuola di medicina della città.

Occorre subito dire della sua straordinaria modernità. Trotula si dedicava con ardore a favorire la nascita dei bambini cercando in tutti i modi di impedire che le mamme soffrissero troppo. L’insegnamento delle scienze, tanto più delle scienze mediche, era al suo tempo precluso alle donne che venivano facilmente accusate quando partecipavano con fervore ai parti, di essere delle streghe e dunque venivano punite ed emarginate. In realtà Trotula di Salerno era un’ottima ginecologa e il suo apporto alla scienza ha varcato i secoli. Donne come lei potevano essere facilmente accusate di stregoneria. Lei riuscì a superare molti ostacoli e ad esercitare e insegnare la medicina. Ha dunque anticipato il percorso intellettuale e professionale se è vero che oggi più del 60% degli iscritti alle facoltà di medicina sono donne.

Pare che Trotula non avesse paura di niente e difendesse con caparbietà il parto senza dolore somministrando delle prese di oppio contro i dogmi imposti dalla religione che imponeva che la donna partorisse con dolore per purificarsi dal peccato originale.

Trotula, insomma, è stata una vera pioniera della medicina perché ha varcato quei confini che distinguevano gli studi degli uomini da quelli delle donne. Un ostacolo che Trotula di Salerno ha coraggiosamente e felicemente sormontato.

E’ importante parlare anche di lei laddove tutta la tappezzeria dei castelli illustra ed esalta le guerre e gli uomini in battaglia mentre Trotula si batte per la vita.

Trotula, secondo alcune antiche tradizioni, sarebbe stata una componente della nobile famiglia normanna De Ruggiero, famosa al suo tempo per aver donato a Roberto il Guiscardo – detto il Terrore del mondo e fratello di Riccardo I di Normandia detto Riccardo senza paura – parte dei propri averi per la costruzione del Duomo di Salerno.

Le sue opere dapprima circolarono autonomamente, ma già alla fine del XII secolo un anonimo compilatore le riunì, rivedendole e apponendovi alcune aggiunte, in un corpus indicato come Summa qui dicitur Trotula, ricavando Trotula da un nome che compariva nel De curis mulierum.

In un corpus risalente alla fine del XII secolo viene riportata la vicenda di “Trota di Salerno”, che curò con successo una giovane alla quale, da altri medici, era stata diagnosticata la rottura dell’intestino prevedendo per lei un intervento chirurgico. Trota la guarì con semplici bagni e applicazioni esterne.

Dobbiamo essere particolarmente riconoscenti a Trotula perché, grazie a lei, si ipotizzò la possibilità di mettere al mondo un figlio senza dolore quindi, in un qualche modo, una provocazione che certo non andava incontro ai dogmi imposti dalla religione.

La sua visione d’avanguardia sulla cura del corpo femminile fu, però, ben presto soffocata dall’ordine morale e le donne furono private della possibilità di accedere all’insegnamento delle scienze. Quelle che osarono sfidare le proibizioni venivano accusate di stregoneria e bruciate vive.