Nella mostra “Mathelda Balatresi/Veronica Bisesti. Di fulmini, dame e altre storie”, inaugurata il 10 novembre e visitabile fino al 23 gennaio 2023 al Museo d’arte contemporanea Donnaregina (via Luigi Settembrini 79), ci troviamo di fronte immediatamente e senza alcuna incertezza all’incontro di due donne e dei loro vissuti.

Veronica Bisesti e Mathelda Balatresi Ph. Chiara Guida

Le due artiste sono le protagoniste del primo appuntamento di Materia di Studios, progetto ideato e curato da LET, incentrato sulla rielaborazione dello studio/archivio, inteso come dispositivo di attivazione di nuove storie e nuove prospettive, articolato in un confronto/dialogo intergenerazionale.

Donne di generazioni diverse hanno scoperto un comune linguaggio e attraverso una simbologia condivisa producono un nuovo flusso generativo.

L’una si è rispecchiata, accogliendo e rileggendo l’opera e la visione artistica dell’altra.

Il terreno su si è costruito questo incontro fertile è stata la casa-contenitore della Balatresi. Un vero precipitato di immaginario femminile tradotto nelle personali forme dell’artista.

Un percorso d’arte individuale, immerso dentro il suo tempo, ma che nella lettura di una donna più giovane diventa inevitabilmente una lettura di un’esperienza più ampia e soprattutto contemporanea.

Questo avviene perché si situa l’arte nel complesso e l’esperienza particolare dell’artista in un contesto sociale e plurimo. Si studiano intersezioni, influenze che, condensate nelle potenti onde d’urto della creatività della Balatresi, hanno attraversato decenni per poi depositarsi nel suo laboratorio d’arte.

E’ così, scoprendo tutta l’autenticità che la lezione di Balatresi consegna all’oggi delle donne, essa viene offerta a una nuova luce. Non è affatto ininfluente la capacità di visione di, potremmo dire, traduzione che la Bisesti opera attraverso la sua attenta sensibilità. Riviviscenza potremmo chiamare questo lavoro di riemersione e di cura che viene applicato a un materiale artistico riletto attraverso una figura ancestrale ma modernissima.

In entrambe le artiste è fondamentale l’interesse per figure femminili del passato a cui si attribuisce, attraverso un loro potere carismatico, la capacità di rappresentare ancora decisive e attuali istanze.

Un’antenata come Christine De Pisan, scrittrice medievale, ha aperto la strada ammonendo che la conoscenza è la sola vera risorsa di emancipazione femminile, descrivendo nell’opera La città delle Dame una società in cui l’egemonia della donna è una risorsa per l’intera comunità.

Su questo l’interesse di Bisesti si intreccia alla storia in maniera idagativa per svelare quei consolidati modelli culturali che ancora oggi condizionano la vita di tutti i giorni.

L’incrocio e l’abbraccio dunque delle due artiste passa da quello individuale e duale a quello collettivo e di genere nel quale chi visita la mostra non potrà che rimanerne catturat*.