Sarà possibile visitare fino al 3 aprile 2022 presso M77 (Milano, via Mecenate 77) la mostra

Maria Lai
Il tempo dell’incalcolabile

a cura di Alberto Salvadori

Maria Lai, Il tempo dell’incalcolabile, M77, Milano, 2021. Foto: Lorenzo Palmieri

Il progetto espositivo, curato e ideato per gli spazi della galleria da Alberto Salvadori e realizzato in collaborazione con l’Archivio Maria Lai, offre uno sguardo sull’opera di Maria Lai che verte sugli aspetti mitopoietici del lavoro dell’artista.

Il tempo dell’incalcolabile prende vita dalla lettura delle opere di Salvatore Cambosu – scrittore al quale Maria Lai era estremamente legata – dalle quali proviene Cuore mio, racconto da cui è tratta la figura di Maria Pietra e una dimensione del narrare che pervade il lavoro di Lai.

Il percorso si apre con la presentazione inedita dell’intero apparato narrativo dedicato alla storia. 
Trentatré sculture in ceramica appartenenti alla serie dei Telai di Maria Pietra assieme a teli che scendono dal soffitto e appesi alle pareti creano un ambiente attorno al libro nel quale la storia si narra e cresce. Il tutto è accompagnato da una sonorizzazione ambientale dalla quale una voce rende viva la vicenda della protagonista della leggenda.

Questa atmosfera sospesa prosegue al piano superiore della galleria dove, per la prima volta, saranno esposte tutte le opere frutto degli interventi di Maria Lai sugli scatti di Piero Berengo Gardin che ritraggono momenti salienti della sua celeberrima e fondamentale opera pubblica Legarsi alla montagna. L’azione avvenuta nel 1981 che unì la popolazione di Ulassai ed ogni sua casa con il Monte Gedili è rimasta così vivida nella testimonianza di queste immagini, che tanto hanno colpito la memoria collettiva, non solo del paese sardo ma dell’intero mondo dell’arte. In mostra anche l’inedita opera in ceramica La frana ed il video originale dell’azione collettiva. 

Il titolo scelto per questa mostra rimanda a un tema centrale in tutta l’opera della Lai: l’immediata connessione tra la dimensione del sacro, quella delle origini, dell’identità e della nascita. 

Maria Lai, del resto, diceva esplicitamente che nei suoi lavori “l’uomo di tutti i tempi guarda alla propria vita interrogandosi sul mistero del prima e del dopo. Come un bambino gioca, inventa, propone, dà voce ai fantasmi che popolano la sua ansia di assoluto. Nella vastità del viaggio nascono le religioni e le ragioni dell’arte”

M77
Via Mecenate 77, Milan
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Maria Lai (Ulassai, 27 settembre 1919 – Cardedu, 16 aprile 2013) è oggi uno dei grandi nomi del panorama artistico non solo italiano. Sue opere sono presenti in importanti musei internazionali e in alcune delle più prestigiose collezioni private. Con Legarsi alla montagna (1981), realizzata attraverso il coinvolgimento dell’intero paese di Ulassai, creò la prima opera di arte relazionale in Italia stravolgendo il tradizionale rapporto fra autore e spettatore. L’artista sarda è stata celebrata nel 2017 sia alla 57esima Biennale di Venezia sia a Documenta 14 nelle due sedi di Atene e Kassel, e nel 2018 è stata protagonista dell’importante monografica Il filo e l’infinito a Palazzo Pitti. Nel 2019, in occasione del centenario della nascita, il MAXXI le dedica la mostra Maria Lai. Tenendo per mano il sole.

Alberto Salvadori (Vinci, 1969) è direttore e fondatore di Fondazione ICA Milano. Ha studiato storia dell’arte a Pisa, Reading University, Sussex University e Accademia di Brera.