La chiarezza argomentativa del messaggio parte fin dal titolo “SESSO CHIESA STREGHE. Una storia vecchia e nuova di femminicidi”Maria Mantello, filosofa e storica, è giornalista e saggista, scrive per Micromega e L’Idée Libre. Ha scritto per Lettera Internazionale, di cui ha fatto parte anche del Comitato scientifico. Dirige il periodico culturale Libero Pensiero.

Il libro sarà presentato venerdì 3 marzo 2023 a Roma, alla Biblioteca Nelson Mandela, alle ore 17:30. Via La Spezia , 21 – Tel 06/45460341 –

Intervengono l’autrice Maria Mantello, Mariapiera Marenzana, storica e saggista, Lello Dell’Ariccia, Presidente Associazione Progetto Memora. Modera Leonardo De Sanctis Fefè Editore. https://www.fefeeditore.com/collana/pagine-vere/768-sesso-chiesa-streghe.

Si parla in sintesi dei modelli patriarcali utilizzati dai poteri ecclesiastici in un sistema progettato per manipolare ed utilizzare a proprio vantaggio le energie di popolazioni ignoranti, scaricando la colpa di ogni disagio e bruttura umana sulla “creatura donna”. Facile preda quindi e capro espiatorio da inibire, anche a costo di spaccare le famiglie nei loro legami più vitali e nella sessualità, ridotta da pulsione a peccato del quale la donna era designata causa. Sedimentazioni aberranti e distribuzione di poteri piramidali hanno creato quindi un fertile terreno per innescare un’operazione di sterminio, una delle tante che seguiranno, erigendo un baluardo contro la consapevolezza ed emancipazione culturale, contro i cambiamenti rivoluzionari della storia sociale e politica, atteggiamenti retrogradi che in qualche modo sopravvivono fino ad oggi.

Dall’introduzione al titolo “Un modello sociale per il controllo della donna”, in tre pagine l’autrice racconta il veleno del potere che ha identificato nell’elemento femminile, una volta creduto divino e immanente al tutto, addirittura un “difetto di natura” ed un pericolo di regressione, contagioso per la potenza virile, contemporaneamente innescando una repressione del sapere e delle prime rudimentali forme di scienza medica della quale erbarie, mammane e medichesse erano portatrici – Si pensi solo alla persistenza odierna del vecchio adagio “chi dice donna dice danno” che risale a San Girolamo, l’illustre padre della Chiesa che preferì evirarsi per non cadere in tentazione. –

Nel primo capitolo poi, – dal titolo “Peccato originale, misoginia, sessuofobia, santa castità; Eva la strega e Maria la madre” – si parte con il togliere un po’ di polvere dalla nostra memoria biblica: Il mito che la Genesi narra è la metafora dell’inizio della vita biologica e storica, dove l’umana esistenza assume senso quando la facoltà di scegliere diviene consapevolezza ed esercizio di volontà, proprio nell’incombenza della morte: “ma dell’albero della conoscenza del bene e del male – si legge nella Genesi 2-17 – non ne mangiare, perché dal giorno in cui ne mangerai dovrai morire” (pag 10)

Ma sembra sia stato Paolo di Tarso per primo a trasformare questa “morte originale” in “peccato originale” (Lettera ai romani 5, 12) e così come commenta l’autrice:

Nella metabolizzazione paolina, si perde ogni apertura all’autodeterminazione nell’essere “conoscitori del bene e del male” che resta sulle ginocchia del dio cristiano, cui affidarsi totalmente per fede, mentre l’umanità è gettata nel mondo del peso della colpa, da cui essere riscattata, solo e soltanto, nel dono della “grazia”: il sacrificio “gratuito” del Golgota. (pag 11)

Da questa trasformazione ne sono discesi il peccato di Eva, che causa la punizione del dolore eterno a tutte le donne, e la colpa all’intera umanità che causa il sacrificio dell’innocente Gesù per riscattarla, concepito lui stesso da donna immacolata e vergine!

Impossibile riassumere tutti i passaggi storici riportati nel libro e gli attori di tali e tali altre rappresentazioni, compresa in questo caso, la ricerca di alleanza dell’ebreo Paolo di Tarso con i romani dominatori, per l’affermazione del cristianesimo in opposizione all’ebraismo. Un libro documentato quindi ed esplicito, perciò prezioso, che va diretto al cuore dell’argomento, esprimendo tutto con un linguaggio chiaro ed elegante. Con l’aiuto di una ricca bibliografia ci porta dentro un labirinto oscuro della storia.

Probabilmente per essere più accessibile ad un pubblico eterogeneo e per non cadere, a mio avviso, nell’estetica della commiserazione, non indulge per esempio nel racconto sulle torture e sofferenze delle poverette, accusate di stregoneria, che non potevano sottrarsi in alcun modo a tale destino, ma piuttosto descrive tali processi come rispondenti ad uno schema ben codificato dai tribunali della Santa Inquisizione e così ne rivela il disegno “politico”:

Perché il lettore si possa rendere conto della tipologia procedurale dei processi, ne abbiamo selezionati alcuni, sia perché non presentano particolari difficoltà nella comprensione linguistica del testo, sia perché ben sottolineano dinamiche familiari e sociali che fanno della strega la ribelle dell’ordine costituito. (pag 148)

Lasciando a chi legge la scoperta di tali passaggi e paesaggi storici, facciamo una rapida corsa all’ultimo capitolo intitolato “Maschilismo e Femminicidio” per un bagno nell’attualità attraverso indizi non confortanti, ma anche nuove risoluzioni e reazioni positive dal basso. L’autrice infatti, partendo dall’Inghilterra di metà dell’ottocento, denuncia un archetipo resistentissimo: lo stereotipo di donna in funzione del dominio maschile, in un contesto che ha avuto bisogno dell’affermarsi sociale dei primi movimenti femministi.

Una sintomatologia dove uomini all’androcentrismo dis-educati sono portati a concepire come loro diritto il ruolo di servizio delle donne, considerandolo addirittura parte costituente del proprio personale identitario sé, perché maschi. (Pag 201)

Naturalmente l’autrice non si limita a considerazioni di tipo psicologico, ma inserisce fondamentali osservazioni sociologiche, per esempio dell’antropologa e politica messicana Marcela Lagarde che denuncia “le responsabilità socio-istituzionali che, tra silenzi e connivenze, alimentano la subcultura della trama di violenze verso le donne” (…) E l’autrice continua – c’è da rabbrividire se si pensa che fino al 1996, (in Italia) cioè prima dell’entrata in vigore della legge 66 del 15 febbraio 1996, la violenza sessuale non fosse considerata un crimine contro la persona bensì reato contro la pubblica morale. (pagg 203/207) In conclusione nel libro viene riportato con soddisfazione, la formazione dell’associazionismo (prima impensabile) degli uomini contro il patriarcato. In Italia il movimento “Prima della violenza” nel 2016 ha pubblicato un Manifesto programmatico, molto interessante, all’insegna di un progresso civile di tutti, uomini e donne, alimentando speranze della concretizzazione dei principi recitati dalla nostra Costituzione, in particolare nell’articolo tre.