Intervista sul canale YouTube dell’associazione Il Paese delle Donne a PAOLA DI NICOLA TRAVAGLINI, Giudice penale e Consigliera della CORTE DI CASSAZIONE, che firma un’opera coraggiosa che descrive una lunga carriera nella magistratura, figlia a sua volta di magistrato, cresciuta negli anni di piombo con il padre, sempre sotto scorta, amico di chi ha pagato il contrasto alla mafia con la vita: Giovanni Falcone e Mario Amato.

Il libro è molte cose insieme: una biografia, un memorandum, un manuale di comportamento per donne che tuttora affrontano pregiudizi sessisti nell’intraprendere “tre mestieri nobili, ambiti – avvocato, giudice, magistrato – il cui corrispettivo femminile non è nemmeno contemplato dalla maggioranza delle persone, come se non fossero professioni cui una donna può dedicarsi.”

La discriminazione di genere abita ancora le Aule di Tribunale, le arringhe e sovente anche le sentenze: “le donne sono discriminate consapevolmente o inconsapevolmente per il millenario pregiudizio sulla loro capacità intellettiva e interpretativa.” Il veto alle donne d’interpretare la legge è perdurato fino al 9 febbraio 1963 quando fu sancita l’ammissione della donna ai pubblichi uffici e alle libere professioni (legge n. 1441); sempre ricordandosi che il veto alle donne nelle giurie popolari e nelle Corti di Assise della Repubblica italiana fu superato dalla Legge 1441 del 27 dicembre 1956 ma limitandone la presenza al 50%.

Pagine piene di domande, chiarimenti e consigli, con Note piene d’informazioni d’ordine teorico e tecnico a supporto dei difficili percorsi superati dall’Autrice con forza e positività ma ancora, per tante, da affrontare. Uno dei capitoli di maggiore approfondimento introspettivo riguarda “la camera di consiglio” dove la solitudine del/della Giudice è assoluta e deve fare i conti anche con i propri pregiudizi. Le sentenze infatti riflettono sia i convincimenti che le motivazioni culturali. Una delle sentenze più rivoluzionarie della Giudice Paola Di Nicola Travaglini è l’aver condannato dei pedofili non al risarcimento monetario di due vittime minorenni ma a “leggere libri sul pensiero delle donne.”

Un cambio di sguardo radicale, iscritto nelle politiche di genere, che ispirò alla scrittrice Cinzia Spanò lo spettacolo teatrale “Tutto quello che volevo. Storia di una sentenza”.

Nel 2014, Paola Di Nicola Travaglini è stata nominata Wo/Men Inspiring Europe dall’EIGE (European Institute for Gender Equality). L’odierna edizione di “La Giudice” recupera suo materiale antecedente (Ghena Editore, 2012) ampliandolo con le esperienze dell’ultimo decennio e con la denuncia dei pregiudizi sessisti nella magistratura, presente anche in “La mia parola contro la sua” (HarperCollins, 2018).

L’Autrice, superando un iter triennale, ha ottenuto di aggiungere al cognome paterno quello materno e alla madre, “cui è stato impedito come a tante donne, nelle generazioni, l’ingresso nella magistratura” dedica oggi gli spazi di parola che la sua vita professionale le apre avendo fin da piccola “…scelto di fare da grande una professione che desse preminenza alle parole, ai pensieri, all’intellettualità, a contrasto della violenza e per la legalità.”

Info: Paola Di Nicola Travaglini, “La Giudice, una donna in magistratura”, HarperCollins 2023.