DONNE GLOBALI per la PACE: “La NATO è una minaccia e dev’essere sciolta”Report di Patrizia Sterpetti (Wilpf-Italia) sull’incontro a Bruxelles del 6-9 luglio.

Dopo una lunga preparazione, si è svolto dal 6 al 9 luglio a Bruxelles l’incontro delle Donne Globali per la Pace, Unite contro la NATO la cui Dichiarazione è da giugno sul sito dell’International Peace Bureau, aperta alle firme. La globalità si è riflessa nella partecipazione, in presenza, di donne di quindici Paesi (Finlandia, U.S.A., Cipro, Grecia, Australia, U.K., Belgio, Italia, Germania, Francia, Ungheria, Ucraina, Marocco, Turchia, Afghanistan), e da remoto di nove Paesi (Norvegia, Sudafrica, Filippine, Giappone, Corea del Sud, Colombia, Venezuela, Messico, Canada), alcune rappresentando minoranze, quindi realtà supplementari: es. per gli Stati Uniti le Hawai’i o il popolo Chamorro di Guåhan (Guam); per l’Australia il popolo aborigeno Darumbal; per il Giappone le Isole Ryūkyū; per la Corea del Sud l’isola di Jeju. Hanno fiancheggiato l’iniziativa anche alcuni uomini da Germania, Belgio, Norvegia, Italia, Ghana, Iran.

Globale soprattutto è l’appello, aperto al mondo. Organizzato con pochi mezzi, il meeting ha avuto una
sua chiave di lettura: determinazione, orizzontalità, complicità, sorellanza incorporata.
Due gli incontri ufficiali: il 6 mattina, presso il Parlamento Europeo, con le eurodeputate Clare Daly e
Özlem Demirel; il 7, l’incontro di una delegazione delle Donne Globali con il responsabile per la
Diplomazia Pubblica Nicola De Santis e con i suoi collaboratori, presso il Comando NATO. Per quanto
unanime sia stata la discussione, presso il P. E., rispetto al giudizio sulla NATO e sulle scelte dell’Unione
Europea, tanto il confronto in sede NATO è stato deludente e imbarazzante considerando che il ruolo
del De Santis è di promuovere una migliore comprensione della NATO mentre le donne hanno
restituito “lo specchio” di ciò che la NATO costituisce nei loro Paesi. Alle due europarlamentari sono
stati consegnati Dossier riguardanti le basi NATO in Sardegna con l’invito a inviare una delegazione in
loco e, sia a loro che a De Santis, tre copie del libro: Parere giuridico sulla presenza di armi nucleari in
Italia (2022, IALANA, Multimage).

Si è parlato tanto di Storia, di Geografia e di Geopolitica nei seminari del 7 e dell’8, specie rispetto ai
danni delle attività militari della NATO contestualizzati per territorio e per tipo di armamento.
Non a caso, nelle conclusioni del 9: il lancio di un comunicato contro l’uso nella guerra ucraino-
russa di bombe a grappolo e di proiettili all’uranio impoverito; la convocazione di un altro
meeting, a tema, a Washington nel luglio 2024; il sostegno a una conferenza dell’OSCE da
tenersi nel 2025 per disegnare una nuova architettura della sicurezza.

Quattro i gruppi di lavoro: 1) Contro la militarizzazione delle scuole; 2) Contro la deformazione della
Risoluzione 1325 (2000) in senso militarista; 3) sul rapporto tra Militarismo e cambiamento climatico;
4) il coinvolgimento del Sud Globale nella campagna no NATO. In particolare, nel seminario dedicato
all’Africa, è stato ribadito l’invito a celebrare il Decennio ONU sulle persone di discendenza
africana (2015-2024) sui temi del “riconoscimento, giustizia, sviluppo” e così la giornata del 31
agosto ad esse dedicata.

Al seminario sull’Europa (7 mattina), moderato da Emmelien Lievens (Vrede-organizzazione belga
per la pace) e da Ada Donno (Association Women’s Mediterranean Region-AWMR) hanno partecipato,
in presenza: Kristine Karch (No to war no to NATO international network, board member di INES, co-
fondatrice di Ecomujer, Peace Camp Stop Air Base Ramstein Peace Award 2023): “Move the Money from
war to needs of people and planet”; Zeynep Goru (World March of Women): “Women’s NATO aspect”;
Cristina Ronchieri (Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole): “Attività dell’Osservatorio
italiano contro la militarizzazione delle scuole (e la presenza crescente dei militari nella didattica). Un
contributo alla pace in Europa”; Sophie Bolt (Campain for Nuclear Disarmament, CND): “Nuclear
weapons in Europe”; Ria Verjaww (International Coalition to Ban Urainum Weapons-ICBUM): “The
human and environmental cost of Depleted Uranium weapons”; Vera Zalka (Hungarian Social Forum –
HSF): “NATO in Eastern Europe – consequences and theats”; Skevi Koukouma (Secretary General of
the Women’s Mouvement POGO): “NATO accelerating activities in the Mediterranean”; Ulla Klötzer (Women for Peace – Finland): “NATOs Northern expansion – consequences and threats.”
Da remoto: Marilina Veca (WILPF Italia): “Crimini di guerra in tempo di pace: – Uranio Impoverito – il
killer silente”; Angelika Clauẞen (International Physicians for the Prevention of Nuclear War IPPNW) :
“No to NATO ad climate killer – towards climate justice and human security”; Ingebor Breines (ex
presidente dell’International Peace Bureau and UNESCO Director).
Le riprese dei video dei seminari presso il Pianofabriek, effettuate da Jean Pierre Goossens, sono
disponibili alla divulgazione grazie all’associazione belga Vrede uzw.

Per partecipare ai gruppi di lavoro, rivolgersi a Cristina Ronchieri (cobasms@gmail.com) per quello
sulla smilitarizzazione delle scuole; Alessandra Mecozzi (alemecozzi@gmail.com) per quello sulla
Demilitarizzazione della Risoluzione 1325; Marinella Correggia (mari.liberazioni@yahoo.it) per il
coinvolgimento del Sud Globale; Patrizia Sterpetti (patty.sterpetti@gmail.com) per il rapporto tra
Militarismo e cambiamento climatico.


Qui sotto è possibile scaricare e leggere alcuni degli interventi (redazione a c. di Maria Paola Fiorensoli):

Skevi Koukouma “L’accelerazione delle attività della NATO nel Mediterraneo”;

Vera Zalka “La NATO nell’Europa dell’Est, conseguenze e minacce”;

Marilina Rachel VecaCrimini di guerra in tempo di pace: Uranio Impoverito, il killer silente“.


Per una sintesi di tutti gli interventi: https://www.pressenza.com/it/2023/08/l-energico-incontro-a-bruxelles-dellunione-globale-di-donne-pacifiste-contrarie-alla-nato-6-9-luglio-2023/