Leggendo Incendiare il buio di Valeria Nicoletti, edito lo scorso maggio da Collettiva edizioni indipendenti, nella collana Le Sagge (pp.170), ci muoviamo entro quattro pilastri: Annie Ernaux, Goliarda Sapienza, Parigi – «festa mobile, immenso luna park della giovinezza» – e l’autrice stessa, che ci conduce nel suo personale vissuto intrecciandolo con le parole delle due celebri scrittrici, in un percorso di ‘riordino’ fatto attraverso un «lavorio di scavo con una penna tra le dita.»

L’interesse di Nicoletti per Ernaux e Sapienza nasce proprio a Parigi, nella libreria del quartiere dove ha vissuto per anni studiando letteratura comparata alla Sorbonne, con una tesi proprio sulle due scrittrici. Un incontro casuale, potremmo dire, ma foriero di spunti interessanti sui temi che le accomunano a distanza di anni e di esperienze, e su come questi temi rappresentino un pungolo per affrontare le sfide che la vita stessa offre all’autrice: la maternità, la ricerca della soddisfazione professionale, il ritorno in Italia.

«Perché Annie Ernaux e Goliarda Sapienza? E, soprattutto, perché insieme? – scrive in premessa – Perché c’è stato un tempo in cui la scrittura delle donne è stata per me un rifugio, una chiave per decifrare il cambiamento della mia esistenza, dal mio corpo alle relazioni fino al mio lavoro.»

Decifrare il cambiamento della propria esistenza: la scrittura delle donne, di queste due donne in particolare, diventa quindi un potente strumento per rileggere tutto, Nicoletti chiarisce subito il suo desiderio – o esigenza – di raccontarle insieme, per mettere in relazione la spinta centrifuga di Ernaux, impaziente di sottrarsi ai vincoli familiari e a un destino preconfezionato, e il bisogno di raccoglimento, di trovare un centro, di Sapienza, realizzati entrambi attraverso la pratica di mettere nero su bianco e dare un senso al passato, e al presente.

Il libro si snoda così in un dialogo serrato tra l’autrice e le due scrittrici su tematiche precise: gli uomini, il rapporto con le altre donne, la casa, la morale cattolica, la figura materna. Nicoletti cita ampiamente le opere principali di Ernaux e Sapienza, collocandole in un universo più ampio di riferimenti culturali e letterari, nel quale troviamo il teatro di Eugenio Barba, la letteratura femminista di Cixous, Wittig e Woolf, ma anche il codice dell’anima di Hillman e Gloria Steinem, la cui citazione tratta da My life on the road del 2016 apre il volume: «Instead of either/or, I discovered a whole world of and», non gli aut-aut, ma un intero mondo di “e”.

«Incendiare il buio. Bruciare la casa. Letteralmente» Questo il filo conduttore che Nicoletti sceglie, citando ancora Barba, per tenere insieme tutte le esistenze raccontate in questo volume, donne che hanno sentito l’urgenza di dare fuoco a quanto le aveva generate per poter rinascere. Tutto ciò ci ricorda che la scrittura autobiografica può essere un campo di battaglia per far esistere storie personali, ma renderle allo stesso tempo pubbliche e collettive, «perché – conclude l’autrice – il personale continui a diventare politico. E universale.»

Valeria Nicoletti, Incendiare il buio, collettiva edizioni indipendenti, 2023