Animal/core”. Narrazioni poetiche tra Natura e Cultura, di Carla Guidi, è libro di “poesia civile, che unisce la bellezza con l’impegno, la femminilità con l’interezza del rapporto cosmico, il compianto sulle vittime con il sorriso enigmatico del totem sacro, in parte umano e in parte zoomorfo. Un ritorno all’innocenza consapevole direbbe (e canterebbe) qualcuno, e sguardo insieme sull’oggi e sul futuro” (Prefazione di Marco Testi).

Ultima opera in ordine di tempo, la terza di poesia, è un ulteriore esempio dello sguardo curioso, colto e interdisciplinare di Carla Guidi, giornalista, saggista e poeta, docente di disegno e storia dell’arte.

Il suo linguaggio, complesso, suggestivo e di eco profonda, rivisita in questo caso il soggetto animale partendo dalla “folgorante”, da lei definita, rilettura de Gli animali del sogno, di James Hillman.

Animali che sono “…stati simbolici che agiscono nel sonno per farci ritrovare l’equilibrio perduto tra mente e corpo, tra salute e malattia; soprattutto come parte attiva di quell’Animal mundi che J. Hillman considera il contenitore sensibili di tutte le creature senzienti che hanno tra loro un rapporto dinamico.” (Retrocopertina).

Divisa in cinque parti (AnimaMundi, Nello spettacolo del mondo…, Il Regno animale dentro di noi, L’Animale che dunque sono, Gli animali del sogno), la raccolta accompagna alla narrazione poetica due altri nutriti percorsi non meno sapienti ed empatici: fotografie di Valter Sambucini e disegni di Placido Scandurra; artisti biografati insieme all’Autrice, al Prefattore e all’indimenticata Lidia Brisca Menapace (1924-2020), di cui è riportata un’inedita intervista, rilasciata all’Autrice, nel corso della presentazione di opera precedente – Come le bestie – nella 14° edizione del concorso “Lune di Primavera” (Perugia, 2004).

In essa, Carla Guidi anticipava temi trattati in Animal/core, commentati ed estimati da Menapace come capacità di rendere l’istintualità perduta; di dimostrare “…una capacità fantastica di calarti in quel mondo animale, al di là della barriera della civilizzazione, e farlo parlare ; (…) un’operazione che scuote alle basi il nostro modo di pensare, ma non nel senso di fornire emozioni forti, quanto per la sua funzione di scoprire una realtà, una verità a lungo negata.” (L. M., p. 115)

Nelle pagine, molte citazioni da varia articolistica e bibliografiche: dal ricordato J. Hillman a Konrad Lorenz, F. W. Nietzche, Antonio Gramsci, Albert Schweitzer di cui è riportato il detto: L’uomo che perduto la capacità di prevenire e prevedere finirà per distruggere la Terra. (p. 81)

Un esempio del forte intreccio strutturale poetico-visivo:

Le api ancora…/ volano / nelle grandi città / ma da un balcone all’altro / su superstiti fiori / coltivati con amore residuale / dagli ultimi nostalgici…/ Si arrampicano nelle intercapedini / in piccoli alveari condominiali / e danzano / davanti alle strutture / che l’Architetto ha costruito / come cunicoli minimali / anche per insetti umani…/ Fanno poco miele però / e non è buono…/ Il fumo le stordisce / e nel caos elettromagnetico / soffrono di malinconia…mentre il loro ronzare / è diventato solo un bisbiglio /un’antica ecolalia… (Le api ancora, p. 42)

Anticipa la poesia, l’affermazione quanto mai attuale di Albert Einstein: Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita (p. 41)

L’accompagna un disegno di Placido Scandurra “Piccole api” (1968, A.f.A.t., 9×7 cm).

Esemplare, per introspezione, raffinato linguaggio e cadenza poetica, Sonno veglia:

Mi ero svegliata ed ero leone / nella terra arsa e polverosa / verso un orizzonte / che pareva interminabile sentendomi / tanto forte da poterlo attraversare…/

Fissavo il sole all’apogeo ed ero aquila / sulle cime oltre le nubi / vedevo oltre le montagne / ed ero capace di volare / fino alla pura magia delle prime stelle…/

Mi ero addormentata ed ero pesce / nell’azzurro dell’acqua / vagando in gelide correnti / mi sorprendevo ancora viva / verso profondità marine infinite…(p. 84)

Nelle ultime pagine (Come nasce questo libro), Carla Guidi narra il suo percorso, creativo e di consapevolezza e parla della follìa di non rispettare, non temere e assoggettare gli animali, in massa (p. 103); di quanto, in tempi di pandemia, si debba riconoscere (ancora una volta), quanto siano stati proprio i nostri atteggiamenti, tanto presuntuosi, quanto superficiali ed egocentrici, ad aver scatenato disastri (p. 103); e di come, mentre l’uomo divide, con una linea ipotetica, il regno degli esseri viventi e traccia un confine tra sé e l’altro – arrogandosi il diritto di intervenire in modo spesso irreversibile, esercitando il dominio sulla vita di altri viventi – con questo cerchi di negare la propria responsabilità (p. 105); personalmente, afferma, conto sulle donne il cui contributo potrebbe portare a un’evoluzione diversa della specie umana, partendo da un maggiore equilibrio degli interessi di genere (p. 119)

Info:

Carla Guidi, “Animal/core”. Narrazioni poetiche tra Natura e Cultura. – Torino: Robin Edizioni, 2022; in copertina e retrocopertina (con Marco Testi, Carla Guidi e Placido Scandurra), fotografie di Valter Sambucini

Carla Guidi, Come le bestie, Onyx edizioni, 2004; “scaricabile gratuitamente dal sito: https://www.carlaguidi-oikoslogos.it/i-miei-libri/