Si chiama Alice, come la protagonista del Paese delle meraviglie e con questo, ma anche con lei, ebbe molto a che fare perché è stata una dispensatrice di meraviglie per i suoi attoniti spettatori. La saprete quando scoprirete chi è e qual è la sua storia.

Alice Guy-Blaché  nasce a Saint-Mandé il 1º luglio 1873 e muore a New Jersey il  24 marzo 1968. E’ stata una regista e produttrice cinematografica francese e realizzatrice del primo film fiction della storia del cinema: “La Fée aux choux” (La fata dei cavoli). Fondò anche uno studio cinematografico, il Solax Company nel 1910 in New Jersey.

Assunta come segretaria alla Gaumont, all’epoca una delle maggiori case di produzione,  riesce ad ottenere, dopo aver visto la presentazione del “Cinematographe” dei Fratelli Lumière, qualche metro di pellicola con cui riesce appunto a girare “La Fée aux choux”. E’ il 1896, l’anno successivo all’invenzione del cinema da parte dei Fratelli Lumières. 

I suoi film, si parla di un migliaio di opere di cui oltre 700 da lei dirette che firmava, però, non con il suo nome ma con quello della società di distribuzione e con nomi maschili di fantasia. Durante i suoi ultimi anni di vita fece di tutto per recuperare le copie dei film che aveva ideato e diretto. Purtroppo ne ha trovati solo qualche decina alcuni dei quali erano già conosciuti e addirittura famosi, ma attribuiti a uomini della produzione.

Si accorse così che sulla sua vita professionale c’erano molte notizie sbagliate.

A ristabilire la verità, cominciò, nel 1996, il documentario “The Lost Garden: The Life and Cinema of Alice Guy-Blaché”  diretto da Marquise Lepage che, come recita il titolo, racconta la vita e il cinema della regista ed è stato realizzato dal National Film Board of Canada. Nel 2002 la studiosa del cinema Alison McMahan proseguì il lavoro di ricostruzione dell’identità e del lavoro di Alice, pubblicando “Alice Guy Blaché: Lost Visionary of the Cinema” nel quale si conferma che Guy-Blaché è considerata la prima regista donna. Nel 2018 il documentario “Be Natural: The Untold Story of Alice Guy-Blaché” diretto da Pamela B. Gree e narrato da Jodie Foster, ricostruisce con ancora maggior precisione la vita e la carriera della regista e produttrice.

Gran parte dei suoi film sono andati perduti, primo fra tutti “La Fée aux choux”,  uscito per la prima volta nel 1896 e considerato il primo della storia diretto da una donna. Di esso sono state fatte, dalla stessa regista, altre 2 versioni, una nel 1900 (con lo stesso titolo) e una nel 1902 (dal titolo “La Sage-femme de Première Classe”) entrambe però con la medesima trama della prima.

Il film racconta di una giovane coppia in luna di miele che passeggia e scorge un campo di cavoli, con un contadino, tanti bambolotti ammassati ed un neonato vero, che la protagonista, una fata sorridente, “raccoglie” da un cavolo. I due sposi accolgono felicissimi il bambino che diverrà loro figlio. Secondo la fiaba, infatti, i maschi nascevano dai cavoli e venivano “raccolti” dalle fate. Tutte e tre le versioni fanno riferimento a un antico e popolare racconto francese  in cui si narra, in più, che le femmine nascono dalle rose.

Nel febbraio del 1896, in un viale di Montmartre, storico quartiere di Parigi, il dottor Alexandre Lion aprì un’esposizione – una “boutique pienamente operativa” – di incubatrici con dentro neonati veri e reclamizzata da un poster art nouveau  disegnato da Adolfo Hohenstein.

Alice Guy partecipò a questa esposizione e vedendo i bambini “esposti” come delle bambole, come avrebbe poi riferito sua nipote Regine Blanché-Bolton, trasse ispirazione per creare “La Fée aux Choux”. titolo della prima versione del film che significa “La fata dei cavoli”, elemento dominante nella storia. La terza versione, invece, la ribattezzò “La Sage-femme de Première Classe”, ossia “L’ostetrica di prima classe”, per riferirsi specificatamente al diploma di ostetricia, uno dei pochissimi che le donne all’epoca potevano conseguire.

Dalle scarse notizie arrivate fino a noi da oltre un secolo, è stato confermato che il cortometraggio fu girato nella primavera o all’inizio dell’estate del 1896 e si è accertato che nella versione del 1902, “La Sage-femme de Première Classe”, appare la stessa Alice Guy, in abiti tipicamente maschili per l’epoca, ma non per interpretare il marito della coppia di sposi, bensì il contadino.

E si è scoperto anche che commentò di averlo fatto “per divertimento”.