OGGI alla presentazione ci sarà l’autrice alla Libreria delle donne di Padova alle ore 18 in Via di Barbarigo, 91 . 

“La scelta della copertina è stata dura. Non volevo -dice l’autrice-  ritrarre Marie in mezzo alle provette del suo laboratorio perché quel tipo di immagini si trova ovunque su Google; cercavo qualcosa di meno stereotipato. Dopo aver fatto il fumetto, la cosa che mi era sembrata più bella era questo rapporto bello che lei aveva col marito”.

scrive su soft revolution : Personalità come quelle di Curie sono spesso oggetto di narrazioni roboanti, che utilizzano vocaboli altisonanti e toni concitati per sottolineare che si tratta di ingegni straordinari, di quelli che capitano una volta in un secolo; vite sacrificate in nome della scienza o all’arte, di cui però non ci è dato sapere altro oltre ai premi vinti e alla grandezza delle loro scoperte.

La Marie Curie raccontata dalla fumettista pisana nel suo nuovo libro omonimo, fresco di stampa per Beccogiallo è sì la scienziata rigorosa, devota alle materie che studiava al punto da dedicarvi molte ore del giorno e della notte e persino morirne, di cui potremmo aver avuto notizia nel corso degli anni scolastici passati.

Ma è anche una giovane donna che aveva perso la madre da piccola, viveva in difficoltà economiche, e che quando improvvisamente ha l’occasione per cambiare vita trasferendosi in un Paese diverso da quello di origine, tornando a fare una cosa che prima le era proibita (studiare) la coglie.

Una donna che amava molto – la sua famiglia, la sua patria divisa, la ricerca –, che soffrì anche molto – di depressione – e la stampa non capì mai veramente.

Insomma, il fumetto ha tutto quello che sapevamo di Marie Curie, ma anche tante cose che non sospettavamo. “Era una donna certamente poco frivola, ma non per questo fredda o insensibile. Quando leggi le sue lettere… cavoli, ci trovi moltissimo sentimento”, mi racconta Milani al telefono, una sera in cui ho l’occasione di poterle fare alcune domande sull’opera e il processo creativo che c’è stato dietro.

Tra le fonti su cui si è documentata per scrivere e disegnare questo libro, ci sono infatti numerose lettere e diari appartenuti a Marie Curie. Pagine personali in cui si rivolgeva alla sorella Bronia, all’amato marito Pierre o all’altro uomo di cui si era poi innamorata, lo studioso Paul Langevin.

Scritti privati, biografie ufficiali e documenti tra cui la stessa tesi di dottorato di Curie (“Si trova online, scansionata; non ho dovuto muovere il culo di casa per avervi accesso. Una fortuna”).

L’autrice sapeva fin dall’inizio che avrebbe voluto raccontare la storia della scienziata in modo diverso rispetto alle tante altre biografie indirizzate al solo pubblico di studiosi o appassionati di fisica, qualcosa che andasse oltre il mero resoconto cronologico di risultati accademici: “C’era talmente tanto materiale che mi sembrava delittuoso non parlare della sua vita privata. Ne ha passate talmente tante, degna di essere un eroina di un romanzo dell’Ottocento, insomma ho voluto lavorare anche su quello”….

E’ “Il ritratto di una donna straordinaria, fra le scienziate più importanti di sempre. Quando arrivò a Parigi e si iscrisse alla Sorbona, Maria Sklodowska aveva già 24 anni. In Polonia aveva dovuto lavorare come governante per mettere da parte i soldi necessari a intraprendere gli studi in scienze fisiche. Il nome con cui divenne famosa è quello del marito Pierre Curie, che la aiutò nelle ricerche su una sostanza sconosciuta che aveva una proprietà assai curiosa: emetteva energia, luce e calore. Era l’alba della fisica nucleare, ma anche l’inizio dell’era delle donne nel mondo della scienza. Dopo la morte improvvisa di Pierre, Marie portò avanti la sua carriera, fin troppo brillante e indipendente, scontrandosi con la mentalità conservatrice dell’Europa di inizio Novecento.”

Libreria delle donne di Padova