Si è svolta giorno 4 aprile 2024 l’audizione di Fondazione Libellula presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e ogni forma di violenza di genere, presieduta da Martina Semenzato.

Durante l’audizione la presidente della Fondazione, Debora Moretti e il direttore generale, Giuseppe Di Rienzo, hanno presentato i dati allarmanti emersi dalla Survey L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione) 2024 “Ti tocca”, riguardanti la violenza di genere e le discriminazioni nel mondo del lavoro in Italia.

I risultati del sondaggio, che ha coinvolto 11.201 donne, delineano un quadro allarmante: circa 7 donne su 10, infatti, si sono dichiarate vittime di molestie, avendo ricevuto complimenti, allusioni e osservazioni sul proprio corpo che le hanno messe a disagio. Inoltre, il 70% circa del campione ha dichiarato di aver ascoltato battute sessiste o volgari, rivolte a loro stesse o ad altre donne, sul posto di lavoro: quest’esperienza è stata sperimentata soprattutto dalle lavoratrici che non hanno un partner stabile o che lavorano in aziende con meno di 49 dipendenti. Inoltre il 40% ha subito contatti fisici indesiderati, un dato in netto aumento rispetto al 2022 (+81% circa), mentre il 43% ha ricevuto avance esplicite indesiderate non gradite o non sollecitate. Questi dati evidenziano una situazione preoccupante e inaccettabile all’interno delle aziende italiane. Il luogo di lavoro rappresenta il contesto principale della vita quotidiana, dove le persone si incontrano e interagiscono in modo più profondo e continuo nel tempo. Pertanto questi episodi impattano in maniera significativa sul benessere di chi li subisce e anche di chi vi assiste. Ugualmente, il 79% delle dirigenti e il 76% delle manager è stata oggetto o ha ascoltato delle battute sessiste o volgari verso altre donne, rispetto alla media di circa il 70%. E se parliamo poi dei contatti fisici indesiderati, la percentuale media del campione (40%) cresce fino al 47% per le dirigenti e al 54% per le imprenditrici. Ma forse l’aumento più significativo si riscontra sui dati riguardanti le avance esplicite indesiderate (43%), di cui sono state vittime il 64% delle imprenditrici e il 54% delle dirigenti, e le richieste di natura sessuale non gradite o non sollecitate (27%), che hanno riguardato il 45% delle imprenditrici e il 35% delle dirigenti.

“La persistente discriminazione e molestia sul posto di lavoro nei confronti delle donne con ruoli di potere evidenzia – dice la presidente della Fondazione Libellula – un grave problema culturale e strutturale: l’Italia si attesta stabilmente all’ultimo posto in Europa da oltre un decennio per quanto riguarda la parità di genere, in relazione ad esempio alla segregazione lavorativa o alla partecipazione ai processi decisionali. È dunque urgente un intervento deciso per contrastare questa realtà, promuovendo politiche aziendali rigorose contro la violenza di genere e creando una cultura organizzativa che favorisca il rispetto e l’inclusione.”

Sono 5 i consigli di Fondazione Libellula per prevenire e contrastare la violenza di genere sul posto di lavoro:

Chiedi che vengano attuati progetti di sensibilizzazione e formazione per tutto il personale su come riconoscere gli stereotipi e le discriminazioni che abbiamo interiorizzato e su come queste possano tramutarsi in micro-aggressioni più o meno consapevoli.

Informati su quali sono gli strumenti a disposizione in azienda: esiste una policy anti-molestie? È stata condivisa? C’è uno sportello o una Consigliera di Fiducia da poter contattare in caso di dubbio o segnalazione?

Fai sentire il tuo sostegno a una neo-mamma che ritorna al lavoro dopo il congedo di maternità, fai lo stesso con un neo-papà. Proponi un’attività per supportare la genitorialità condivisa.

Viviti come parte attiva del cambiamento: in alcune aziende, come quelle del Network Libellula, è possibile ricevere una formazione specifica su queste tematiche per diventare ambassador.

Contatta lo Sportello L.E.I. che Fondazione Libellula ha dedicato alle lavoratrici in cerca di ascolto e orientamento per casi di discriminazioni, molestie e violenze.