Intervista di Maria Paola Fiorensoli, sul canale YouTube dell’associazionea Laura Fourner Finocchiaro, traduttrice e curatrice di L’emancipazione delle donne o la testimonianza della paria, opera, uscita postuma, di Flora Tristan che che ne raccoglie – prima traduzione italiana – gli scritti e le conferenze.

La figura della grane attivista franco-peruviana Flora Tristán (1803-1844), nota autrice delle drammatiche Peregrinazioni di una paria (1838), è quella di una antesignana sia rispetto alle teorie rivoluzionarie del primo movimento operaio, sia del femminismo europeo.

Nel video, ne è ripercorsa l’infanzia segnata dalla censura sociale e legislativa che colpiva chi nasceva fuori dal matrimonio col titolo infamante di “bastardo/a, illegittimo/a”, e le vicende di una vita segnata da un matrimonio non voluto, da un marito violento che ne tentò anche l’assassinio, dalla perdita di due figli e da un costante bisogno. Flora Tristan è una delle prime teoriche del movimento operaio e una fondatrice del femminismo europeo, di due decadi precedente l’affermazione dei movimenti in Europa. I suoi testi, infatti, frutto di viaggi e di osservazioni dirette della società industriale inglese e di quella feudale e razzista contro gli Indios, peruviana, anticipano teorie che saranno divulgate in manifesti comunisti e socialisti successivi (es. Max ed Engels). Prefigurò un movimento internazionale, l’UNIONE OPERAIA, con sede in Francia, finalizzata a una RIVOLUZIONE PACIFICA, a contrasto di ogni forma di sfruttamento, per riequilibrare la società e offrire soluzioni (abitative, assistenziali, d’istruzione e parità), alle popolazioni sfruttate dei vari paesi. Alla donna, soggetta a un doppio sfruttamento, nella famiglia e nel lavoro, è dato un RUOLO CENTRALE NEI PROCESSI RIVOLUZIONARI. Laura Fourner Finocchiaro, offre una lettura filosofica e politica oltre che letteraria del pensiero di Flora Tristan, sottolineando come esso affronti il RAPPORTO tra CLASSE E GENERE; ponga le basi di un SOCIALISMO UMANITARIO E NON VIOLENTO che promuove L’UGUAGLIANZA DEI SESSI, prevede anche un ruolo importante per la fede religiosa. La curatrice sottolinea come l’importanza e il riconoscimento dato a FLORA TRISTAN da parte del suo primo estensore, sia evidente nell’averla rispettata, con il suo nome, quale Autrice dei testi usciti postumi in un’epoca in cui era uso, anche per George Sand, utilizzare uno pseudonimo maschile per farsi pubblicare, specie se per testi letterari e politici. (M.P.F.)

Info: Flora Tristán, L’emancipazione della donna o Il testamento della paria, traduzione e cura di Laura Fourner-Finocchiaro. Roma: tab edizioni (collana “effe. Scaffale del femminismo”), 2023


Nota biografica

Flora Tristan (Flore Célestine Thérèse Henriette Tristán Moscoso, 7 aprile 1803 Parigi – 11 novembre 1844 Bordeaux), figlia di Anne-Pierre Laisnay, una francese fuggita in Spagna ai tempi della Rivoluzione e del colonnello dei dragoni dell’Esercito spagnolo Mariano Tristán y Moscoso, di ricca famiglia peruviana, amico di Simon Bolivar e residente a Bilbao, fu sempre considerata una “illegittima” poiché il matrimonio dei genitori, celebrato in casa Laisnay dall’abate Roncelin (1802), non fu registrato dalle autorità spagnole e dal Consolato francese a Bilbao.

Alla morte di lui (1807), Anne-Pierre perse ogni diritto sull’eredità del marito e perse anche i propri beni in Francia, incamerati dallo Stato rivoluzionario.

Cresciuta a Vaugirard, dopo la morte del fratello decenne (nato postumo), Mariano Pio Henrique, Flora e sua madre vissero a Parigi dove lei, entrata come apprendista nell’atelier dell’incisore André Chazak, lo sposò contro la sua volontà (2 febbraio 1821). L’infelice unione con un uomo notoriamente violento da cui ebbe tre figli – il primo morto decenne, il secondo Ernest-Camille, la terza, Aline Marie (16 ottobre 1825, futura madre del pittore Gauguin) – si concluse, in assenza di divorzio (abrogato dalla Restaurazione), con una fuga e il ritorno presso Anne-Pierre.

Dama di compagnia in una famiglia inglese, Flora visse a Londra dal 1826 al ’29, dove incontrò Zacharie Chabrié, un conoscente del facoltoso zio peruviano, Pío Tristán y Moscoso., che rifiutò però di legittimarla come figlia del fratello e di renderle l’eredità.

Ugualmente infruttuoso fu il viaggio di Flora in Perù (1833) sul piroscafo capitanato da Zacharie Chabrié ma negli otto mesi di permanenza ad Arequipa, nel frequentare la società che giudicò feudale, corrotta, avida e razzista verso gli indios, fu colpita dalla miseria, dall’analfabetismo, dalla religiosità superstiziosa fortemente intrisa di paganesimo, mentre apprezzò la maggiore autonomia delle donne rispetto alle europee  e strinse amicizia con Francisca Zubiaga y Bernales, moglie del Presidente della Repubblica, che era aveva preso le armi e avuto ruoli di comando durante la guerra civile ed aveva grande influenza e potere. 

Rientrata a Parigi (1834), con una piccola rendita in segno di parziale risarcimento, Flora tradusse la sua consapevolezza in programma politico, su basi socialiste, descritto in Nécessité de faire un bon accueil aux femmes étrangères (1835). Propose l’istituzione di una Società di soccorso per le donne straniere in difficoltà, scrisse articoli contro l’oppressione dei lavoratori, e due celebri romanzi usciti nel 1838: Pérégrinations d’une Paria e Méphis, cui Eugène Sue s’ispirerà per L’ebreo errante.

Nello stesso anno il marito, che non si era mai rassegnato, tentò di ucciderla sparandole in strada (10 settembre 1838), dopo aver cercato di sequestrare lei e Aline da cui fu accusato di tentata violenza.

Nel processo, ancora oggi “esemplare” nel capovolgere i ruoli di colpevole e di vittima, e da parte di un avvocato “progressista”, Mariano fu condannato a vent’anni di carcere, ma li scontò solo in parte.

Le gravissime ferite polmonari indebolirono Flora che ne sarebbe morta nel 1841 durante un giro di conferenze in Francia sul suo programma solidaristico, perfezionato dopo un viaggio a Londra in cui aveva osservato e denunciato gli aspetti più negativi e discriminanti della vita operaia e contadina a fronte di quella lussuosa della nobiltà e della borghesia, e aveva anche seguito le forme di resistenza sindacale allo sfruttamento. Anticipò quindi, in Promenades dans Londres (1840), le analisi sulla classe operaia in Inghilterra fatta da Engels (1845) e il Manifesto di Marx e di Engels (1848); pensò a una organizzazione “internazionale e solidale” di lavoratori e lavoratrici che al contrario delle  organizzazioni corporative, espressione di interessi parcellizzati, potessero dare dignità alla vita operaia senza nulla aspettarsi dalla borghesia e dalla monarchia, espressioni d’oppressione.

Dette centralità alle donne in quanto sfruttate in famiglia e nel matrimonio e in quanto lavoratrici, diventando un’antesignana del femminismo europeo. Nel programma della sua Union ouvrière (1843), diversamente dal comunista Marx, da socialisti e anarchici, si prevedeva una rivoluzione pacifica, di donne e uomini, uniti nel cambiare radicalmente la società, l’educazione, l’istruzione, utilizzando ogni mezzo legale a disposizione. 

Ogni operai*, con la sua quota “modesta” avrebbe permesso all’Unione, in ogni paese, la costruzione di scuole gratuite per la classe operaia e di Palazzi operai (es. Falansteri), per la vecchiaia dove ricevere assistenza medica garantita e gratuita e vivere una socialità amicale, ludica e culturale.

Il dialogo, lo scambio era la base di questa rivoluzione e delle relazioni con le massime istituzioni; si prevedeva un Difensore del popolo in sede parlamentare, l’abolizione della pena di morte, il divorzio e altre riforme democratiche.

Oggetto di campagne denigratorie e ridicolizzanti, Flora non si lasciò scoraggiare e la sua morte prematura, a Bordeaux, fu pianta da operaie e operaie che ne organizzarono e pagarono il funerale e le eressero un monumento (22 ottobre 1848):  una colonna spezzata intorno alla quale è avvolta una corona di quercia e di edera, con sopra il libro Union ouvrière. Composero anche per lei una canzone.