“Di luogo in luogo Trasferimenti” (fino al 19 aprile a Roma), la mostra di Marilù Eustachio visitata rivisitando nuovi e vecchi avvenimenti.Finalmente quella cappa di nuvole nere che si stavano addensando sopra il Parlamento si è per il momento diradata. La buona politica ha avuto la meglio. Mi piace pensare che la forza delle donne abbia garantito alla Camera dei Deputato la Presidenza a {{Laura Boldrini}}. Invece, il buon senso, proprio della concretezza femminile, sono convinta che abbia prevalso sulle sterili intransigenze dei puri. La Presidenza al Senato è stata data a {{Piero Grasso}}.

E’ con questo nuovo stato dell’anima:{{ allegrotto con brio }} che ho ripensato a venerdì 15 quando sono andata, per non pensare alle tragiche conseguenze di possibili cattive scelte istituzionali, a vedere la nuova mostra di {{Marilù Eustacchio}}: “{Di luogo in luogo Trasferimenti}”

Percorro via del Corso, suono al 530. Mi aprono e salgo al secondo piano. Una vecchia Galleria: La Nuova Pesa. Un riferimento per le e gli artisti di Roma, tra loro {{Marilù Eustacchio. Una vecchia conoscenza per il Paese delle Donne}}.
Quando, nel lontano 1985 la nostra testata era un inserto di Paese Sera, decidemmo che le immagini sulle due pagine autogestite del giornale ogni settimana dovevano riprodurre opere d’artista. Una di queste: Marilù Eustacchio.

Allora più di duecento artiste passarono su quelle due nostre pagine. Ma, dato che le riproduzione su un quotidiano non sono di certo fedeli all’originale pensammo di {{organizzare un evento }} dove poter riproporre a chi ci leggeva non solo{{ le opere delle artiste }} ma anche un argomento da approfondire che allora ci premeva in modo particolare: {{il no alle guerre }} . La guerra Iran-Iraq e il conflitto in Afganistan avevano aperto una crisi che avrebbe poi portato alla prima e alla seconda guerra del golfo. Stati Uniti e Unione Sovietica, attivi nei conflitti, aiutarono direttamente e indirettamente entrambi i contendenti con lo scopo di farli esaurire reciprocamente per trarne ovvi vantaggi economici e politici. In quegli anni gli Usa proposero anche lo “scudo stellare”. Così, per capire meglio quello che stava succedendo a livello internazionale, fu invitata {{Giancarla Codrignani}} che, parlamentare alla Camera dei Deputati, nel 1986 lavorava in Commissione Difesa. Giancarla, allora come oggi, nostro riferimento, era impegnata in iniziative contro la violenza alle donne , ma anche contro tutte le violenze che si scatenano con le guerre. Il salone al piano terra di Paese Sera si trasformò in galleria e sala conferenze. La partecipazione? Entusiasmante.

{{Ma torniamo all’oggi e a Marilù Eustacchio}}. Seguendo il nostro modo di fare informazione farei parlare proprio lei che, nel catalogo, così si esprime…

{Un giorno mentre cercavo di programmare la mostra alla Nuova Pesa, e mi guardavo intorno, ho avuto un’idea quasi ovvia: espongo le opere che ho in casa e in studio, già incorniciate e del tutto inedite. Trasferisco insomma parte del mio studio e della mia casa in galleria. Va specificato che questo è stato sempre il mio modo di procedere nel lavoro. Accumulo materiali vari: carte, colori, legni, ferri, fotografie, oggetti, per poi, senza averlo previsto, utilizzarli per un lavoro e dar loro una destinazione. E’ successo con le cartoline di artisti, di fake rolex submariner personaggi noti, di luoghi, messi insieme negli anni e che mi hanno ispirato e che mi sono servite per il lavoro “Trasmutazioni” esposto a Roma alla Biblioteca Casanatense e poi a Bologna alla Galleria d’Arte Moderna. Le opere che presento aspettano in un angolo dello studio o della casa di prendere vita e di essere esposte, un po’ come i libri ammucchiati } {aspettano di essere letti e il materiale accumulato attende di trovare un senso; queste opere vivono con me, mi ingombrano ma mi fanno compagnia, mi testimoniano, sono come un’estensione dei miei occhi, della mia memoria, delle mie sensazioni, o forse, semplicemente la prova che il passato è ancora presente. Anche i taccuini ai quali mi dedico da più di trenta anni, sono uno slittamento, una svolta del lavoro nel tempo, o, se vogliamo, un’opera in progresso che, per un processo per osmosi, non garantiscono solo il passato ma attesta un processo futuro e ne indica le linee di sviluppo. Allo stesso modo il trasferimento delle opere dallo studio e dalla casa in galleria testimoniano una permanenza e un movimento, un essere e un divenire, una contrazione e una dilatazione nel tempo… }

Quello di Marilù è un metodo che trova anche in me delle risonanze . Penso al mio lavoro di giornalista: {{attraversare gli avvenimenti, raccoglierne brandelli, farli miei nel riproporli,}} dare senso a scelte che si sono dipanate nel tempo e hanno percorso spazi a volte distanti tra loro. Come dice Marilù ci sono ragioni insondabili che spingono gli eventi a unirsi da soli e creare essi stessi le condizioni per divenire: lavoro, mostra, testimonianza…

{{ Marilù Eustacchio dal 5 marzo al 19 aprile 2013 alla galleria Nuova Pesa via del Corso, 530 Roma tel. 063610892 dal lunedì al venerdì ore 10-13 e 15.30-19}}