Intervista sul canale YouTube dell’associazione a Roberta Sale, insegnante liceale, che narra 20 celebri figure femminili del patrimonio immaginifico, mitologico, letterario e storico d’Occidente, dall’antichità all’oggi: ultima, Guendalina, nel cui nome apre “Un filo nel vento. Storie di donne” dedicato alle “Guendaline di sempre, metà vento / metà nido”, oltre alla madre e alla sorella dell’Autrice a sottolineare la circolarità di affetti che l’ha sostenuta e la sostiene nella vita e nella scrittura.

Il filo del racconto è la sofferenza femminile in relazioni amorose e sociali squilibrate dalla violenza e protervia del maschile; storie vere e immaginarie, stereotipi di un femminile che si riscatta attraverso il coraggio e la consapevolezza. Un capo di quel filo dipanato da Roberta/Arianna è afferrato da Enrico Pinna nel testo conclusivo “Narciso allo specchio” sull’uscita dal labirinto stereotipato e guerriero in cui il maschile perde umanità in relazioni distruttive e prevaricanti. In prefazione, Roberta Papandrea sottolinea gli aspetti psicologici e l’afflato empatico, intuitivo, della scrittura di Roberta Sale che legando tante diverse storie propone anche la speranza di una comune salvezza: “Le donne tengono il filo, nelle loro stanze filano speranza e tessendo abitano il tempo (…) Siamo noi il cerchio, l’intero. / Se poi verrà qualcuno che saprà ballare con noi / guardarci negli occhi e sentirci profondamente / allora sarà bello camminare insieme e condividere i passi.” (Epilogo, p. 121). Raggruppate in quattro scansioni temporali – Nell’aurora del tempo, quando i naviganti inseguono tesori negli occhi delle donne / Al tempo in cui la guerra consuma il destino degli eroi, nel pianto delle donne / Al tempo in cui i poeti inventano le donne e le rivestono di luce / Verso il tempo in cui le donne cercano se stesse. Intimista e paradigmatica la narrazione su Guendalina /alias l’Autrice, sullo sfondo della Sardegna, terra di contrasti, di luci e di ombre: “L’isola che c’è”; terra in cui il filo si tende nel vento e gli resiste; “…luogo sospeso che abbraccia tutte le terre, leitmotiv di ogni racconto, spazio vitale che accoglie il vuoto, lo culla e lo trasforma; è la voce materna che ognuna di noi ascolta…è la madre.” (p. 123) Ogni personaggia è illustrata da un’artista, di cui solo Kiki Skipi (Cassandra) non è sarda: Liliana Comes (Arianna), Nicoletta Calvo (Medea), Berenice La Ruche (Dafne), Giorgia Atzeni (Euridice), Pia Valentinis (Ifigenia), Maria Francesca Melis (Elena), Alessandra Murgia (Penelope), Sara Bachman (Antigone), Valentina Fadda (Didone), Annalisa Salis (Beatrice), Claudia Piras (Angelica), Daniela Demurtas (Clorinda), Daniela Spoto (Erminia), Daniela Cella (Armida), Viola Vistosu Villani (Lucia), Silvia Maxia (Butterfly), Alessandra Pulixi (Grazia), Barbara Pala (Maria Callas), Sebastiana Mesina (Guendalina).

Info: Roberta Sale, Un filo nel vento. Storie di donne. – Nuoro: Ilisso edizioni, collana Poliedro, 2022.