Da Matera a Milano, da Roma a Fiume, capitale della cultura nel prossimo 2020,  gli “Stati generali delle donne” sono una realtà itinerante  del pensiero e delle pratiche del movimento delle donne. Ne fanno parte, da nord a sud, rappresentanti di comuni, regioni ed istituzioni italiane ed europee.

In una capitale assolata, si sono riunite venerdì 5 luglio nello Spazio Europa della sede del Parlamento europeo, per ribadire  un patto fra donne, un viaggio non metaforico ma concreto, dentro un  progetto di sviluppo, giusto e sostenibile,  a misura di donna e di essere vivente.

Isa Maggi, fondatrice e coordinatrice degli Stati generali delle donne, da anni percorre la penisola e non solo, radicando politicamente e culturalmente  una piattaforma di lavoro  per una diversa economia e società.

L’incontro romano si è svolto all’insegna di un “Progetto per le donne” in un nuovo modello di sviluppo economico sostenibile. Presenti numerose rappresentanti di istituzioni locali di diverse regioni italiane ed europee, Chantal Couquil  parlamentare europea , giornaliste, psicologhe, operatrici sociali, Nadia Palozza presidente Reterosa federata Affi dell’APS Casa Internazionale delle donne.

Creare una rete di buone pratiche per realizzare un salto di qualità e, mettere le donne e le comunità al centro di politiche di genere fra donne e uomini è stato, nel corso del convegno, uno dei fili conduttori dei lavori.

Come quello sull’importanza del lavoro manuale ed intellettuale  alle donne giovani e non e, della creazione di “aziende donna”, avendo contezza che la civiltà dei popoli, si misura anche sul riconoscimento non di ruoli prestabiliti, ma della “persona” donna, motrice dell’economia tutta e di un possibile cambiamento di rotta per tutti i generi.

Pur non essendo mai stato un corpo separato dal movimento delle donne nel suo complesso, gli Stati generali delle donne  si sono sempre collocati in piena autonomia, in un pensiero sovranazionale europeo e, da movimento a soggetto politico. Nella loro progettualità complessiva, pur partendo dal conflitto di genere e dai suoi stereotipi, non hanno percorso solo la strada dell’associazionismo e del partire da sé come l’APS Casa internazionale  delle donne di Roma, realtà ormai decennale per tutte le donne e la cittadinanza, ma a rischio chiusura. La Casa delle donne ha diffuso saperi, fatto formazione  e  creato impresa, partendo dall’assunto che la rivoluzione femminista sia stata, sia e sarà  la più grossa rivoluzione culturale e politica, pensata ed agìta, dopo il Cristianesimo.

Il lessico  delle donne,  la declinazione al femminile della lingua italiana, un altro tassello sottolineato con forza negli interventi, sino ad arrivare alla proposta di un Dizionario declinato  al femminile.  “politiche europeiste ma in una ottica di genere. Gli Stati generali non come una vetrina in cui specchiarsi, ma un punto di condivisione e confronto” ribadisce la scrittrice e giornalista  Marta Ajò e continuando “donne elette non garantiscono solo perché donne una visione femminista; il movimento femminista è stato costruito da donne di sinistra”. “Gli stati generali delle donne come ascolto dei cittadini tutti e rispetto delle diverse lingue e culture” afferma  Lorena Delle Caglie, presidente dell’Alleanza libera europea, formata da 46 partiti diversi. Dalla bellissima Spoleto, un importante contributo sul terzo settore e l’importanza della parola stampata e del linguaggio giornalistico da Paola Severini, con la sua Agenzia Angeli Press che non si occupa solo di notizie ma offre uno spazio a tutte le donne che scrivono o intendono farlo. L’importanza  poi  ancora, di arrivare alle donne non addette ai lavori, non politicizzate (ci sono decine di migliaia di donne che non votano) e migliaia di donne che non hanno la possibilità di impegnarsi politicamente. Il peso del welfare sulle donne invece è stato ripreso da Laura Moschini del Comitato scientifico degli Stati, come punto centrale per ripensare tutto il sistema dei servizi e delle relazioni  familiari , non basate sul doppio, triplo lavoro di tantissime donne, compreso quello di cura a persone malate e anziane. “Improponibile la conciliazione lavoro-tempo di non lavoro per le donne, perché non essendo esteso anche agli uomini, rischia di ricacciare sempre le donne a casa. Puntare sulla persona prima e non solo sulla famiglia, considerato che esistono varie famiglie e persone sole” concetti ribaditi da Gina Di Francesco dell’Associazione Eulalia, federata AFFI, di cui è presidente insieme a Edda Billi e Irene Giacobbe. Gli stati elaborano, informano, agiscono concretamente nel territorio anche con iniziative simboliche , ma di forte spessore, come quella sulle panchine rosse in tutta Italia che si sta moltiplicando con grande successo.

Altro punto centrale della discussione la violenza di genere, toccata da diversi interventi, in particolare da Liliana Ocmin sindacalista, che ha affrontato non solo tutto il mobbing e le disparità di trattamento tra lavoratori  maschi e femmine, ma anche la prostituzione , direttamente legata al tema della violenza di genere.

“Dove andiamo senza le giovani generazioni? Senza punti condivisi anche nelle differenze?” si chiede però Flavia Marzano, assessora al Comune di Roma per le pari opportunità? Dalla bella Calabria Ida Crocitti del comitato scientifico degli Stati delle donne si sofferma sulle tematiche legate alla salute e medicina di genere, proponendo un differente percorso con la creazione di un osservatorio.

Laura Moschini ancora, riprende poi con incisività, la rilevanza dei bilanci di genere nei corsi di economia e politiche economiche delle scuole, delle università, bilanci impossibili senza un rapporto con le amministrazioni locali.

Pina Rosato degli stati generali delle donne lancia l’iniziativa “Adotta una lavoratrice” per creare un laboratorio, una piattaforma in difesa delle persone fragili, licenziate, violentate, disagiate e psicologicamente annientate, ripresentando poi  il libro ed i contenuto delle “trame delle donne!”, una specie di ordìto, ricamo di segni e disegni, preparato e fatto dalle donne già a Matera. Un lungo manifesto, uno striscione, impastato, colorato, dipinto per le donne.

La rappresentante dell’associazione Luca Coscioni ha poi invitato a riflettere e pensare alla regolamentazione della GPA, gestazione per altri, invitando ad un evento dal 4 al 6 ottobre 2019 a Bari e a Roma il 14 luglio per il Disability Pride.

Le visioni emerse dal convegno in sintesi, si sono poi espresse nel dire con forza che la Politica è una cosa positiva. Le donne degli stati generali propongono di attivare laboratori permanenti di politica  sui  territori, una scuola vera e propria di politica, un manifesto di valori etici delle donne e una internazionale dei beni comuni, puntando essenzialmente su una presenza massiccia delle donne nelle istituzioni italiane ed europee.

Una fondamentale kermesse  che apre nuovi spazi, tra somiglianze e differenze che vanno confrontate sempre però, con maggiore condivisione. Un’utopia del  presente, aperta da decenni da Isa Maggi e da tante altre sorelle. In questi tempi di grande regressione culturale, sociale e politica, valeva la pena ribadire con determinazione che tutto il movimento variegato delle donne  si colloca contro la società patriarcale e maschilista ed è un movimento antifascista. Prossimo appuntamento  a Fiume nel 2020 nella speranza di contribuire al grande mosaico del cambiamento non solo in Italia ed in Europa.