Oggi 5 novembre sono chiamat* alle urne 4,6 milioni di sicilian*, ma il 26 per cento di loro non sa che ci sono le elezioni. “È un dato che, accanto alla progressiva disaffezione dei cittadini e delle cittadine alla politica regionale, pesa in modo significativo sulla partecipazione al voto”, dice Pietro Vento, direttore dell’istituto Demopolis che ha condotto la ricerca.

Dal 2001, il presidente della regione  è eletto  ( non è mai stata eletta una donna) a suffragio diretto. In questi 16 anni, l’affluenza ha registrato alti e bassi, fino a scendere per la prima volta sotto il 50 per cento nelle elezioni del 2012.

Oggi solo il 12 per cento dei e delle siciliane avrebbe fiducia nella regione come istituzione, mentre nel 2006 era il 33 per cento.

Disoccupazione  –  Il lavoro è stato uno dei temi più dibattuti in questa campagna elettorale, ed è in generale un problema con cui i e le governi dell’isola fanno i conti da sempre. Il lavoro, e ovviamente la mancanza di occupazione. Nel 2016 cinque regioni italiane hanno fatto registrare un tasso di disoccupazione alto più del doppio rispetto alla media dell’8,6 per cento nell’Unione europea. La Sicilia è al secondo posto in Italia per numero di disoccupat*.   La situazione è peggiore per i e le più giovani. Nella fascia tra i 15 e i 24 anni, il tasso di disoccupazione raggiunge il 57 per cento. Una cifra superata solo in Calabria, dove la disoccupazione giovanile segna il 58 per cento.

Povertà  –  Una delle conseguenze della mancanza di lavoro è un tasso di povertà tra i più alti in Italia. In Sicilia, secondo l’Istat, più della metà dei residenti – il 55,4 per cento – vive in famiglie a rischio povertà o esclusione.  Nell’isola, i livelli di grave deprivazione materiale sono più che doppi rispetto alla media italiana. Mentre se si prende in considerazione la variabile del reddito, con una media di 25mila euro a famiglia la Sicilia è all’ultimo posto in Italia.

Emigrazione  –  Come in una specie di effetto domino, tutto questo influisce enormemente su chi decide di abbandonare l’isola. Nel 2016, i siciliani e le siciliane che hanno trasferito la residenza all’estero sono stati 11.501, il 17 per cento in più rispetto all’anno prima. In totale, sono più di 700mila: ragazzi, ragazze, donne, uomini e intere famiglie che in questi anni se ne sono andati e hanno contribuito a fare della Sicilia la prima regione in Italia per numero di iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire).   Nella lista delle venticinque città italiane con più iscritti all’Aire, la provincia di Agrigento ne conta quattro, un caso unico in Italia. Aragona è il comune italiano dove l’incidenza del numero dei residenti all’estero su quello dei residenti nel paese tocca il punto più alto: 8.491 persone su 9.463, l’89 per cento.  Se si considera che le statistiche non tengono conto di tutti quei siciliani e quelle siciliane che se ne sono andat* ma non hanno cambiato residenza, si capisce che i numeri messi insieme finora non sono che la punta dell’iceberg di un problema ben più grave e profondo.

Immigrazione  –  Accanto ai numeri di chi se ne va, ci sono quelli di chi arriva. Secondo il ministero dell’interno, da gennaio 2017 a oggi, le persone sbarcate in Italia sono più di 111mila. La maggior parte di loro è arrivata nei porti di Catania, Augusta, Pozzallo, Lampedusa, Palermo e Trapani.   Nel 18 per cento dei casi, il loro paese d’origine è la Nigeria, il 9,5 per cento arriva dalla Guinea, il 9,4 per cento dal Bangladesh, l’8,8 per cento dalla Costa d’Avorio. A dispetto dei titoli sui mezzi d’informazione che parlano di “invasione”, la situazione negli ultimi anni è questa:   Delle 181mila persone arrivate in Italia nel 2016, in Sicilia 1.370 sono state accolte nel sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar); 4.498 sono finite negli 88 centri di accoglienza straordinaria (ce ne sono cinque volte di più in Lombardia, più del doppio in Campania, in Toscana e in Piemonte); 206 negli hotspot di Lampedusa, Pozzallo e Trapani; e 4.559 nei centri di prima accoglienza.  Nello stesso anno, le persone con permesso di soggiorno nell’isola erano 113mila, il 2,9 per cento di tutte le persone con permesso di soggiorno in Italia. Molte di loro sull’isola vivono e lavorano. Gli stranieri e le straniere residenti sono infatti quasi 190mila, cioè il 3,7 per cento dei residenti siciliani.

I dati fanno riferimento ad un articolo dell’ Internazionale