Venerdì 30 marzo 2018 dalle ore  18 alle ore 19,30  un incontro al MAXXI si Arte e Scienza, appunti di viaggio

Pochi anni prima di morire, Vasilij Grossman scrive un racconto breve intitolato La cagnetta. Attraverso lo sguardo innocente di questa creatura descrive i preparativi e la realizzazione di un viaggio spaziale che produce, come effetto secondario e inaspettato, una nuova forma di rapporto tra i protagonisti di questa esperienza.

La tecnica, la scienza non si è spinta mai così avanti. Ma c’ è di mezzo lei, Pestruska. Che inspiegabilmente si affida al suo carnefice, lo scienziato. Lo attende ogni sera con fiducia e speranza, lo guarda di continuo con occhi amorevoli e devoti. E come il Cristo, risponde al male con il bene, regala amore a chi le sta procurando sofferenze. La “ragione pratica” di Pestruska, appresa in tanti anni di vita randagia, si sta rivelando impotente. Ma anche il delirio faustiano dello scienziato mostra definitivamente la corda. Le apparecchiature registreranno l’ agghiacciante ululato della cagnetta catapultata in solitaria nel cosmo e quando finalmente la capsula tornerà a terra, per molto tempo Aleksej non riuscirà a guardare quegli occhi animali, indifesi, che «avevano accolto in sé l’ universo». Lo struggente racconto di Grossman, che compare nel trittico La cagnetta (Adelphi, per le ottime cure di Mario Alessandro Curletto) ripropone il tema per eccellenza dello scrittore russo: la battaglia tra bene e male. «Non ci credo, io, nel bene. Io credo nella bontà», dice Ikonnikov, dietro la cui maschera si nasconde lo stesso Grossman, nel suo libro più grande e famoso, Vita e destino. Il bene, “scissione dopo scissione”, ha perso la sua universalità. Si è trasformato nel bene di una setta, una razza, una religione, una classe e una nazione; finendo così per rivelarsi un flagello peggiore del male. No, l’ unica cosa che conta è la bontà. O meglio ancora, “la bontà illogica”. Quella cieca, stupida, spicciola, fortuita, istintiva. Ma eterna. «Che si estende a tutto quanto è vivo, a un topo o a un ramo che un passante si fermaa sistemare perché possa attecchire meglio al tronco». Grossman, che ha vissuto in prima persona gli orrori del doppio totalitarismo nazista e stalinista, a quella bontà si affida. Ce l’ ha raccontata tante volte, in modo mirabile.

La lettura del racconto di Grossman e il dialogo tra Sonia Bergamasco e Guido Tonelli – fisico sperimentale di fama mondiale, fra i protagonisti della scoperta del bosone di Higgs – propongono una riflessione sui sistemi di rappresentazione del mondo attraverso i linguaggi di arte e scienza.

Introduce  Giovanna Melandri Presidente Fondazione MAXXI

Intervengono  Sonia Bergamasco attrice e regista   Guido Tonelli fisico e accademico