Riceviamo da Renata Savo, che ringraziamo, la notizia che la “Rete per la parità di genere nelle arti performative” – che si riunì a Pordenone lo scorso 12 settembre – raccoglie i suoi primi frutti

Emendamento al ddl Spettacolo: per la prima volta, in ambito legislativo, si riconosce la necessità di politiche attive per la parità di genere nell’ambito delle arti performative

Il 5 maggio 2022, è stato approvato nelle Commissioni Cultura e Lavoro del Senato l’emendamento alla Delega spettacolo, che chiede di tenere conto dell’equilibrio di genere nella ripartizione dei contributi del Fondo Unico per lo Spettacolo, con l’intento di incentivare e stimolare, attraverso l’inserimento esplicito di misure attive, il rispetto della parità di genere in ambito teatrale.  Questo primo risultato – che potremmo definire storico, se si tiene conto che è la prima volta che, in ambito legislativo, si riconosce la necessità di politiche attive per la parità di genere nell’ambito delle arti performative – è stato raggiunto grazie al lavoro congiunto della Rete per la parità di genere nelle arti performative e le Senatrici, del M5S, Michela Montevecchi e Danila De Lucia.

La Rete per la parità di genere nelle arti performative – nata a seguito dell’Incontro nazionale delle operatrici dello spettacolo (Pordenone, 12 settembre 2021), promosso e organizzato da tre realtà con una lunga storia di militanza in tal senso –  Bruna Braidotti (direttrice artistica della Compagnia di Arti e Mestieri  e del Festival La scena delle donne), Alina Narciso (direttrice artistica diMetec Alegree delFestival internazionale di teatro delle donne. La escritura de la/s Diferencia/s) e la Cooperativa En Kai Pan –,  che coinvolge attualmente un folto numero di operatrici dello spettacolo dal vivo (di seguito l’elenco), ha portato avanti, in questi mesi, un approfondito lavoro di interlocuzione con le istituzioni. Il risultato di tale lavoro è stata la presentazione di un documento contente proposte di modifiche del Codice dello Spettacolo e del Regolamento per la Ripartizione del FUS, presentato alla Commissione Cultura del Senato, oltre che alla Direzione Generale dello spettacolo.

«Ci si augura che l’approvazione dell’emendamento rappresenti un primo passo – dichiara la Rete per la parità di genere nelle arti performative – oltre che un esempio, di un percorso virtuoso di sinergia tra il movimento delle donne del teatro e le istituzioni, volto al superamento della particolare arretratezza del sistema teatrale italiano che, ad oggi, presenta percentuali di presenza femminile in posizione di leadership e decisionali, di accesso ai mezzi di produzione e ai fondi, di visibilità del lavoro, spesso sottovalutato e sottopagato, tra le più basse in Europa».

È sempre possibile aderire alla Rete per la Parità di Genere inviando una mail a reteparitadigenere@gmail.com