Venerdì 23 marzo alle ore 16,30 l’incontro con la storica femminista e femminista storica Emma Baeri, ideatrice della mostra e amica della Casa della donna fin dal 2004 quando il suo libro “I lumi e il cerchio” fu presentato alla Casa.

La mostra “Anche la cancellazione è violenza” allestita alla Biblioteca Comunale Sms è formata da 25 pannelli con immagini e biografie di donne che sono state completamente cancellate dai libri di storia pur avendo compiuto grandi imprese in ogni campo del sapere.

Come si legge nel primo pannello introduttivo

la mostra muove da una evidenza storica: la cancellazione di alcune-molte donne dalla scena culturale e politica, donne che le dominanti e persistenti misure del valore e del merito non ritengono abbastanza illustri da meritare memoria consolidata, acquisita. La questione che vogliamo porre all’attenzione insiste proprio sull’aggettivo “illustre”, per dire di persona che con impegno, passione, fatica, illumina la vita quotidiana di tutte e tutti: chi – ci siamo chieste – svolge più di ogni altro questo “lavoro”? Le donne, tutte, pertanto tutte illustri: il cartello “Una” le nomina e racconta, assieme ad alcune altre – ma molte, moltissime, restano “cancellate” – che hanno prodotto una luce più forte, tuttavia ancora insufficiente a illuminare le pagine dei libri scolastici.

Come nasce la mostra

Ragionando sul “che fare” per il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il collettivo catanese, invece della solita manifestazione in memoria delle vittime, ha pensato che fosse necessario andare alla radice del problema della violenza, che si iscrive in un modello cuturale arcaico, fondato sulla sopraffazione di un genere sull’altro. Far conoscere la biografia di alcune tra le tante donne che, pur avendo dato contributi importanti in molti ambiti della società – scienza, medicina, arte, letteratura, politica – sono state dimenticate, è sembrato un passo importante per restituire valore al genere femminile. A queste donne la mostra è dedicata.

Visite guidate

Sono previste visite guidate per le scuole il 22 marzo nelle ore 9-12. Le prenotazioni devono essere inviate a segreteria.casa@tiscali.it specificando scuola, classe, giorno, orario richiesto e contatto telefonico dell’insegnante

———-

Emma Baeri

EMMA BAERI da wikipedia  Nasce a Palermo l’11 luglio 1942. Trascorre l’infanzia ad Agrigento, città con la quale stabilisce un forte legame emotivo; si trasferisce a Catania ancora bambina con la famiglia nel 1951.  Baeri, che è stata sposata, ha due figlie, Maria Carla e Paola, tre nipoti, Gabriele, Lorenzo, Anna, e una allargata famiglia felina.

Nel 1960 consegue la maturità al Liceo Classico “Mario Cutelli” di Catania; nel 1968 si laurea in Scienze Politiche all’Università di Catania con una tesi in Storia delle dottrine politiche sulle riforme educative in Sicilia nel secondo Settecento. Ricercatrice e docente di Storia Moderna nella medesima Facoltà dal 1972 al 2007.    Nel dicembre del 1975 inizia il suo percorso politico nel Movimento femminista: autocoscienza nel collettivo “Differenza Donna”; successivamente, pratica politica “dentro-fuori” – dentro il gruppo e nel conflitto istituzionale – nel Coordinamento per l’Autodeterminazione della donna di Catania (a difesa della legge 194, per una Casa delle donne, contro la violenza sessuale, per il disarmo unilaterale nella vicenda dei missili a Comiso); poi, nel Gruppo del Venerdì, una forte relazione politica durata oltre vent’anni; infine, dal 2011, partecipa al Gruppo “Le Voltapagina”.

Nel 1986, a conclusione di quel decennio rivoluzionario, Emma Baeri avvia un serrato corpo a corpo tra il suo corpo di donna e il corpus disciplinare storiografico. Da questo travaglio nasce nel 1992 I Lumi e il cerchio. Una esercitazione di storia (Editori Riuniti 1992; Rubbettino Editore 2008), un testo che contamina i generi – romanzo, autobiografia, saggio storico, poesia – affidando al loro reciproco stridore l’effetto dirompente del soggetto imprevisto – una donna, la sua esperienza biostorica – nel discorso storiografico. Una contaminazione necessaria nella trasformazione di una storica ortodossa – impegnata in una ricerca sulle vicende di un Canonico illuminista riformatore degli studi nella Sicilia del Settecento, Giovanni Agostino De Cosmi – in una storica imprevista, per l’incapacità degli strumenti di lavoro ereditati a rispondere a questa domanda: perché le donne, pur presenti nella storia, sono assenti dalla storiografia? “Presto mi fu chiaro che dovevo recuperare la memoria di me per andare avanti, dipanare il filo della mia storia per trovare il senso della storia …Non era infatti mutato solo il mio modo di vivere il mestiere; in quegli anni ero mutata io, dentro una storia collettiva, e il mio senso della storia si era radicalmente modificato. Tempo, memoria, utopia, identità erano parole di gusto nuovo, che dicevo, scrivevo, amavo come fosse la prima volta” (I Lumi e il cerchio, pp. 10–11).

Nel 1989 è stata tra le socie fondatrici della Società Italiana delle Storiche, del cui Direttivo è stata componente per due mandati. Nella SIS si è impegnata subito nella Commissione Didattica, esperienza da cui è nata la cura del volume Generazioni. Trasmissione della storia e tradizione delle donne (Rosemberg & Sellier 1993). Nel 1993, nel 1995 e nel 2004 è stata docente alla Scuola Estiva di Storia delle donne organizzata dalla SIS prima alla Certosa di Pontignano (Siena), successivamente a Fiesole; è stata Consigliera dell’Unione femminile nazionale e Presidente e Consigliera degli Archivi Riuniti delle Donne di Milano.

Suoi scritti compaiono su molte riviste femministe: “Noi donne“, “DWF donnawomanfemme”, “Lapis”, “Nosside”, “Il paese delle donne” e testimoniano il suo crescente interesse per la metodologia della ricerca storica e didattica, e per la storia del femminismo italiano, con particolare riferimento alla cura degli archivi di questo movimento, e ai nessi tra femminismo e cittadinanza.

Nel 1997 ha partecipato con Annarita Buttafuoco all’allestimento della mostra “Riguardarsi”, una mostra di manifesti del Movimento politico delle donne a lungo itinerante in Italia[3]. Da questa esperienza è nato il volume Riguardarsi. Manifesti del Movimento politico delle donne in Italia[4].

Articoli – Alcune sue pubblicazioni: Costituzione articolo zero. Proposta di Preambolo alla Costituzione della Repubblica Italiana, Desiderio di una storia, desiderio di storia. Esperienze e riflessioni di ricerca didattica e metodologica, Noi utopia delle donne di ieri, memoria delle donne di domani”, Violenza, conflitto, disarmo: pratiche e riletture femministe, Cerniere di cittadinanza: Il protagonismo femminile degli anni Settanta,Cittadine in transizione. Spunti di riflessione per una cittadinanza different,e Si può insegnare la passione? A proposito di donne, politica, istituzioni.

Nel 2012, in edizione limitata e fuori commercio, pubblica Isola mobile (nipoti gatti, scritti), un “oggetto libresco”, per dirlo con le parole dell’Autrice, che raccoglie testi sparsi editi e inediti, frammenti di memoria, fotografie che illustrano tre sue grandi passioni i collages, i patchwork e i gatti, e parole poetiche.   Nel 2013 pubblica il volume Dividua, dove nella quarta di copertina si legge:

« Da due parole – femminismo e cittadinanza – in apparenza distanti almeno due secoli, nasce una parola nuova “Dividua”, l’Altra dell’Individuo, da oggi e per sempre soggetti riconoscibili nella loro reciproca differenza, insieme per un nuovo patto civile, che sia uguale, differente, diverso. Questo pensa Emma Baeri, femminista sin dalle origini, e storica femminista, che lega in questo libro scritti suoi diversi, dalla fine degli anni Novanta a oggi, con un filo che è anche il suo rovello: il nesso, e l’attrito necessario, tra emancipazione e liberazione, tra diritti e libertà femminile. E lo fa con una libertà espressiva che vuole segnalare sin nella forma il taglio femminista: poesia e prosa, racconto e diario, dicono dei contesti emotivi, culturali, amicali che hanno accompagnato la nascita di un pensiero etimologicamente trasgressivo, che ha la pretesa di fare un passo oltre, oltre il senso comune della politica, della storia, e delle parole ereditate che ancora le raccontano. Alla fine, una scommessa affettuosamente azzardata: chiede a due giovani donne diversamente femministe, Elena Caruso Raciti e Antonia Cosentino Leone: “Di questo, voi, cosa ne pensate? »

per saperne di più clicca su Enciclopedia delle donne