Nell’ambito di ALTAVOCE – FESTIVAL DEI LIBRI BELLI, LIBERI E RIBELLI che si è svolto a Perugia dal 2 al 4 GIUGNO, presenti molte case editrici nel bel Chiostro di San Fiorenzo (Casa dell’Associazionismo, Via della Viola 1), è stato presentato, nel pomeriggio di chiusura, il n. 5 della rivista semestrale “EMMA”, edita da PROSPERO EDITORE e diretta da Carlotta Pedrazzini; progetto grafico di Giancarlo Pasquali.

Ideata nel novembre 2020 e uscita già nel marzo successivo, con già una rete di collaboratrici e collaboratori, in espansione, intitolandosi a una personaggia molto cara alla direttora e di profilo internazionale: Emma Goldman (Kaunas 1869 – Toronto 1940), “Emma la Rossa”, filosofa, saggista e attivista anarchica e anarco-femminista, cui è stata dedicata una nutrita produzione biografica, antologica e anche filmica (es. Reds, 1981), e televisiva. Una vita d’impegno e di coerenza assoluta in tempi densi di eventi che cambiarono il corso della storia, nel mondo; di grandissima importanza nella diffusione del pensiero anarchico europeo negli Usa e in Canada.

Lituana naturalizzata statunitense, un’infanzia difficile per la famiglia conformista, il padre autoritario, il clima già ostile verso le comunità ebraiche (e non solo), giunta negli Usa s’appassionò alle lotte operaie e sindacali, s’indignò per le feroci repressioni, interpretò con forza inesauribile, lucidità ma senza illusioni, il ruolo teorico e storico dell’anarchia. Definita “la donna più pericolosa d’America”, si spese sempre in prima persona – Russia, America, Spagna repubblicana – accompagnando all’attivismo una nutrita pubblicistica che, dall’opera d’esordio (Quel ch’io credo, 1908), sia in testi propri che antologici, ha trovato una seconda ondata d’interesse con le riedizioni e biografie degli anni Settanta del Novecento: es. Anarchia, femminismo e altri saggi, 1976; Amore, emancipazione. Tre saggi sulla questione della donna, 1977; un classico, il contributo con Paul Avrich, pubblicato a Introduzione di Che cos’è l’Anarco-Comunismo (Alexander Berkman, La Salamandra, 1977).

Lo stesso editore ed altri, nel corso degli anni Ottanta pubblicarono, a volumi separati, la sua Autobiografia che resta una fonte ineludibile, sia per esemplarità di pensiero e di attivismo, sia di ampiezza di sguardo, per movimenti sensibili ai temi del lavoro, della pace e della guerra, delle libertà. Del 2009, Feltrinelli rieditò il suo Femminismo e anarchia in cui “Emma la rossa” si conferma una delle voci più rappresentative del movimento anarco-femminista, costantemente impegnata ad analizzare e demolire gabbie illiberali, l’oppressione “della famiglia, dello Stato e della religione” che sottende ai modelli e ruoli femminili di dipendenza, secondarietà e asservimento.

È delle grandi personalità e intellettualità non semplificare ma cogliere la complessità, e fu così di Emma Goldman.

Il semestrale che le si intitola “Emma/culture e pensieri libertari” propone “….analisi, interpretazione, materiali e storie per analizzare, riflettere, raccontare, comprendere la complessità delle società” in pagine d’impegno sociale a largo raggio che affrontano le sfide dell’oggi.

I contributi, com’è stato ricordato, sono sollecitati ma possono anche pervenire dalla rete interessata alle libertà e alla giustizia sociale.

La frase di Emma Goldman – La nostra libertà sarà tanta quanta avremo intelligenza di desiderarne e coraggio di conquistarne – è il faro cui guarda Carlotta Pedrazzini che, in un lungo intervento in cui ha dettagliatamente descritto il n. 5 di Emma, ha ricordato che all’anarchia viene sovente imputato di essere una utopia non realizzabile: “e questo” ha detto “è una delle motivazioni della rivista, “… dare spazio a chi ci prova, a chi cerca di concretizzare il nostro ideale libertario.”

Nel numero, la direttora intervista Eugenio Losco sulla “pena di morte in carcere”; articoli “…sull’abolizione dei confini, sulle migrazioni e sul sistema dei campi profughi in Grecia, sulla segregazione del popolo Saharawi, sulle lotte dei nativi americani negli USA e sui conflitti ambientali. Si parla anche di femminismo neoliberale, di interruzioni delle reti internet come mezzo di repressione, di perdita di biodiversità, di fantastoria, di diritto alla festa, del pensiero e della vita di Maria Luisa Bernerie di molto altro ancora.” (dal comunicato stampa)


L’abbonamento al semestrale è di € 30,00 (trenta) annue.

INFO: info@emmarivista.org ; fb: @emmarivista; Instagram: @emma_rivista