Il libro Aldo Masullo. L’interrogazione del reale è stato presentato lo scorso 12 aprile all’Istituto Italiano per gli Studi filosofici di Napoli, nel giorno in cui il filosofo Aldo Masullo (scomparso nel 2020) avrebbe compiuto 99 anni. Un “vezzo”, quello di parlare del libro, il primo dedicato al filosofo post mortem, nel giorno del suo compleanno? No, per niente. La radice della scelta è nel fatto che Giovanna Borrello, filosofa della differenza sessuale, e animatrice della scuola di counseling filosofico Metis, ha sempre presente il legame tra biografia, vita, filosofia, pratica, e lo declina costantemente in ogni suo scritto, anche in quest’ultimo nel quale racconta che il suo primo distacco dal “maestro”  avvenne quando decise di continuare la propria ricerca filosofica studiando Simone Weil. Ma il dialogo con Aldo Masullo non si è interrotto, e non poteva interrompersi, per il semplice motivo che, per quanto Masullo non si pronunciasse mai esplicitamente sulla filosofia della differenza sessuale, le categorie che ne sono il nucleo, nella sua lunga riflessione, le ritroviamo tutte: corpo, vita, patico, relazione, duale, energia, fare vuoto, soggettività, la ragione erotica, un sapere che non censura esperienza ed emozioni, che non rompe dogmaticamente il legame tra corpo e mente, tra biologia e cultura, tra natura e spirito.

Il libro Aldo Masullo. L’interrogazione del reale ricorda il filosofo che, nato a Avellino, vissuto prima a Torino, poi a Nola, dove ha studiato, poi in Germania, dove ha scoperto e approfondito la fenomenologia, che ha di fatto introdotto poi nell’università italiana, si può definire un napoletano di fatto – e anche di diritto, essendogli stata conferita la cittadinanza onoraria della Città nel 2018. A Napoli Masullo ha insegnato infatti per molti anni Filosofia Morale, e a Napoli ha continuato a parlare e scrivere anche dopo essere andato in pensione. Finito l’impegno accademico, non ha rinunciato ad essere un filosofo civile, capace di parlare a più generazioni e in contesti diversi, ogni volta lasciando una traccia significativa nelle tante persone che lo hanno ascoltato. Del resto, civile deve essere correttamente definito anche il suo impegno in politica (senza iscriversi a un partito, è stato come indipendente nei gruppi del PCI, poi PDS, poi DS, deputato, senatore, parlamentare europeo e, poi, negli anni ’90, consigliere comunale a Napoli).

Nel libro, Giovanna Borrello e Francesco Lamberti hanno raccolto interventi di allievi di più generazioni: la stessa Giovanna Borrello, Berardo Impegno, Fabio Ciaramelli, Lucio Saviani, Giuseppe Cantillo, Bruno Moroncini, Francesco Donato Perillo, Paolo Augusto Masullo, figlio di Aldo, anche lui scomparso recentemente, Elena Scuotto. Al primo capitolo del libro, intitolato “La fenomenologia come fenomenopatia”, seguono alcuni dialoghi avvenuti nel contesto della Scuola di Counseling filosofico Metis, diretta da Borrello, e, in appendice, un testo di Rita Felerico incentrato su una delle lezioni di Masullo e un’intervista a cura di Maria Elena Viscardi su un quotidiano cittadino. In appendice, anche una lunga conversazione con Berardo Impegno e Elena Scuotto, iniziata nel 2011, nella quale Aldo Masullo ripercorre il proprio itinerario intellettuale e parla degli autori con i quali si è confrontato nella sua lunga ricerca.

Un problema che resta aperto, nel libro se ne discute, e se ne è parlato anche nel corso della presentazione all’Istituto di Studi Filosofici, è se e quanto l’ultimo Masullo sia distante dalla ricerca che ha lo caratterizzato come studioso di Fichte, Hegel e Husserl intorno al nucleo comunità/intersoggettività, se insomma, nei suoi ultimi anni, abbia prevalso un altro nucleo concettuale, quello giocato sul binomio individualità/solitudine. Tema costante di tutto l’arco di vita considerato è la paticità, quel “nucleo intimo del vissuto”, il “sentir-si”, l’Arcisenso del suo ultimo libro (L’Arcisenso. Dialettica della solitudine. Quodlibet, 2018) che accompagna ogni sentire, che negli ultimi anni si delinea sempre più come irrappresentabile e incomunicabile. L’io e l’umano si costituiscono nell’intersoggettività, non nella solitudine, e questo è l’insegnamento che Masullo trae da Fichte, eppure, “la solitudine di ognuno” è “radicale e insuperabile.”  È lo scacco dell’intersoggettività e della costruzione precedente? Forse, invece, è la garanzia perché la vita non si annulli tutta nell’Assoluto, sia che definiamo Assoluto la società o il pensiero.

Il libro voluto e curato da Giovanna Borrello celebra Aldo Masullo, restituendo a chi legge, nella ricchezza dei riferimenti agli autori e ai temi della filosofia, nelle diverse voci che vi si ascoltano, compresa quella di Masullo, una traccia che può valere anche nei percorsi personali e nella vita quotidiana. Borrello sottolinea, a un certo punto, che per Masullo la filosofia è esercizio, è quindi legata alla pratica (in alcune università l’insegnamento di filosofia morale è filosofia pratica). Questo legame, nel caso della filosofia della differenza sessuale, è intuitivo, perché quella della differenza è una filosofia che nasce dal prendere posto, da parte delle donne, nel mondo che ha provato a cancellarle. Ma c’è, in Arcisenso, un riferimento all’esercizio critico che è la filosofia ancora più esplicito e che parla proprio a noi, e proprio in questi tempi complicati in cui ideologie assolutiste fanno da schermo alle valutazioni e ai giudizi sul presente. Nel capitolo “Nel relativo è la salvezza” Aldo Masullo riporta la tragica vicenda di Caudaule, re della Licia, così come è raccontata da Erodoto. Caudaule, che assolutizza la bellezza del corpo nudo della moglie, non riesce a non condividerla con il servo Gige, in questo modo oltraggiando l’una e l’altro perché, nel mondo greco, la nudità del corpo femminile è un’offesa da ripagare con la morte. In questa storia Masullo vede non solo “il completo occultamento del corpo femminile” nella disparità di potere che caratterizza la società greca, ma soprattutto “una perfetta mitizzazione dell’insidioso insinuarsi della produzione mentale di assoluto nel tessuto della quotidianità umana, e del suo disastroso effetto”. Un’insidia che solo l’esercizio critico del pensiero può smontare: “La cura propria del pensiero critico è smontare le macchine ideologiche, ridurne la potenza determinante, liberare dalla loro influenza repressiva la paticità della vita e così coltivare nella cultura diffusa la sapienza del relativo.”

Aldo Masullo. L’interrogazione del reale, a cura di Giovanna Borrello e Francesco Lamberti, 2022, Liguori Editore