1455368259-protesta-egitto-f6831L’Egitto è entrato nel Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu da promuovere e difendere nel mondo: i 47 membri dell’organismo sono eletti a scrutinio segreto. Non è un segreto che il nostro rappresentante presso le Nazioni Unite, Sebastiano Cardi, non ha votato per Il Cairo. La notizia l’ho appresa da Radio 3 Mondo, in una domenica piovosissima di novembre, dove le notizie dall’estero sembrano fermarsi alle elezioni americane e alla roccaforte dell’Isis a Mosul, con l’aggiunta della liberazione dei 2 nostri connazionali in Libia, che a quanto pare erano solo stati sequestrati da delinquenti comuni.

L’Italia dunque non lo ha votato e ha ritirato l’ambasciatore in Egitto (all’epoca Maurizio Massari) e non ha ancora presentato le credenziali del nuovo rappresentante. Non lo hanno votato altri 19 Paesi: alla fine, il pregevole posto è stato guadagnato con 173 voti su 193 votanti.

Vale ancora sapere che attualmente gli stati contro i quali è stata aperta una “procedura speciale” sono 13 tra cui Birmania, Burundi, Cambogia, Congo, Corea del Nord, Haiti, Israele, Somalia, Sudan ed Uzbekistan.

regeniok-u430808179079011wh-u43170342067113gqd-768x576_corriere-tablet-85bc6Stiamo sereni? Io non ricordo nessuna protesta dei “nostri bravi ragazzi”, a centinaia nelle piazze italiane all’ epoca del caso di un loro coetaneo quale era Giulio Regeni, a malapena ce ne erano una decina sparsi su tutto il territorio. Il 27 febbraio riportai su FB l’appello della sorella Irene di Giulio Regeni: “Appendete striscioni, condividete le foto, per mio fratello, per Giulio Regeni, per il mondo intero”: era la richiesta di “Verità per Giulio Regeni“, con un sit-in davanti all’ambasciata d’Egitto Manifestazione a Roma a trenta giorni dalla scomparsa al Cairo del ricercatore italiano.

Quindi? Una sola parola e un punto interrogativo corredavano una delle tante vignette di Mauro Biani dedicate al caso di Giulio Regeni. Le madri egiziane, le famiglie di decine di ragazzi egiziani desaparecidos, ancora e sempre li piangeranno, come quella di Giulio e si batteranno per chiedere Verità e Giustizia.

Allego al presente post quanto scrissi su Facebook, con una foto, il 29 marzo del 2016. Già… le sparizioni forzate in Egitto. Il Corriere della Sera decise di pubblicare i nomi degli egiziani vittime di sparizioni forzate dall’agosto 2015 ad aprile 2016, in base ai dati finora diffusi da due Ong: la Commissione Egiziana per i Diritti e le Libertà, diretta dall’ex ricercatore di Amnesty Mohamed Lotfy, e il Centro El Nadim della psichiatra Aida Seif Al Dawla. Il totale è di 533 casi.

Noi ancora non sappiamo chi ha sequestrato torturato e ucciso Giulio Regeni.