Leggo la lettera indirizzata dal Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, prof. Tomaso Montanaria tutta la comunità” in merito alle celebrazioni varate in commemorazione di Silvio Berlusconi.

Anticipo le condoglianze alla famiglia, alle amicizie, a Forza Italia e suoi alleati che molto debbono a un indiscusso protagonista della vita partitica, politica, culturale, industriale e sportiva di questo paese, nonché ex Presidente del Consiglio.

Desidero però esprimere vicinanza anche al Rettore di Siena.

Sono estranea al mondo dell’insegnamento che stimo di fondamentale importanza nella formazione alla libertà e al pensiero critico di ciascun*, così come rispetto le sentenze emesse “in nome del popolo italiano”, anche il mio.

Egregio Rettore, La ringrazio di averci ricordato che prima ancora della coerenza alle proprie scelte politiche e partitiche, possibili solo in una democrazia, occorra “…obbedire alla propria coscienza”.

La ringrazio per l’onestà intellettuale di una presa di parola in un momento in cui il coro santifica o tace e di farci sapere cosa pensa e che decisioni abbia preso.

Sento anch’io la ferita della confusione tra spazio pubblico e privato, specie quando “il privato” sia rappresentato da un partito; in questo caso, Forza Italia, di cui Silvio Berlusconi fu il fondatore, finanziatore e referente assoluto. Una persona eccezionale ma divisiva, ed è facile pronosticare che continuerà a esserlo data l’alta posta in gioco – anche in termini di consenso elettorale e di equilibri nel Governo e nella maggioranza che lo sostiene – per la sua eredità partitica, politica e culturale.

Per questo, a titolo personale, pur scrivendo su uno spazio associativo che presiedo, concordo sull’inopportunità, dichiarata da Rosy Bindi – di lunga esperienza parlamentare, anche in Europa – di rendere straordinari tributi a un capo di partito, a un ex Presidente del Consiglio oltre agli spettanti funerali di Stato.

Ben altra cosa, in ordine simbolico e politico, è il “Lutto nazionale” con “bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici.” (www.governo.it).

Il “Lutto nazionale” è stato indetto solo per Giuseppe Leone e Carlo Azeglio Ciampi in quanto ex Presidenti della Repubblica Italiana, non per l’ex presidenza del Consiglio.

Onore mancato anche al popolare (non populista) ex Presidente Sandro Pertini, portatore di una storia d’Italia perfettamente costituzionale e repubblicana che ha per matrice l’antifascismo.

Mi rammarico che tale novità nelle istituzioni democratiche non abbia mai riguardato persone essenziali, in ogni ambito, per l’intera comunità italiana; chi se ne prende cura, chi opera nel sociale, insegnanti, professionist*, intellettuali, Premi Nobel o con altri riconoscimenti internazionali nell’ambito delle arti, della cultura e della scienza.

Questo Lutto Nazionale corrisponde, piuttosto, a un inciampo nella narrazione collettiva poiché si asserisce – fatto salvo il giudizio di ognun* su Silvio Berlusconi – che l’impronta data da un singolo a una parte del Paese diventi, per volontà governativa, compianto acritico dell’intera comunità

Un eccesso che parla poco libertà di pensiero e d’opinione, della ricerca di armonia e pace sociale doverosa per ruoli istituzionali e per quello, super partes, della Presidenza del Consiglio, dell’autonomia della scuola e dell’Università.

Segnalo, sempre a titolo personale, la petizione di solidarietà a Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, prof.re di Storia dell’Arte moderna, su change.org.