Genevieve Vaughan,
Genevieve Vaughan,

L’economia del dono, teorizzata da Genevieve Vaughan, gioca un ruolo importante nel movimento per l’economia alternativa ed è strettamente connessa alle donne e in particolare al materno, in cui radica, contrastando i valori del mercato e del patriarcato, apparentemente trionfanti, a favore di valori materni e di cura ritenuti oggi più che mai necessari.

Genevieve Vaughan ha una lunga storia d’impegno sociale e femminista, di studi semeiotici e di critica ai modelli capitalisti e marxisti; fondatrice della Foundation for a Compassionate Sociey (1987-2005) ha organizzato la rete dell’International Feminists for a Gift Economy (dal 2001) e pubblicato le sue teorine in For-Giving (1997), versione italiana Per-donare (Melteni, 2005).

Le sue iniziative femministe, alternative, multiculturali e internazionali, hanno prodotto un largo seguito di donne e uomini impegnat* nella critica al capitalismo e al marxismo e che abbracciano «l’economia del dono per affrontare politiche, pratiche ed esistenze che superino i confini del capitalismo patriarcale e soddisfino i bisogni, creando comunità di pace.»

Ultimo nato, Le radici materne dell’economia del dono (Vanda.Epublishing, 2017) è un testo scritto in collaborazione con Francesca Lulli, consulente di diverse Ong e con esperienza d’insegnamento e di scrittura (Microfinanza, economia popolare e associativismo in Africa Occidentale. Uno sguardo al Femminile, Editori riuniti, 2008).

Il nuovo libro fuga le ombre di ciò che è rimasto sospeso o poco compreso nell’omonimo convegno internazionale romano della primavera del 2015 (Le radici materne dell’economia del dono) di cui Vaughan, nella presentazione, racconta gli antecedenti, narra il primo convegno a Las Vegas (2004); la stretta collaborazione con Heide Goettner-Abendroth, studiosa delle società matriarcali e la sinergia scaturita, nel 2009, dalla collaborazione delle loro due Reti – la Rete di Femministe Internazionali per l’Economia del Dono e la Rete per i Moderni Studi Matriarcali – che insieme all’Arm (poi Mirci Motherhood Initiative for Research and Community Involvement) hanno organizzato un grande convegno internazionale a Toronto.

Amicalità, sostegno, convergenza di idee e di finalità, evidenti anche nel citato convegno romano nella Casa internazionale delle donne della quale Vaughan ha partecipato e sostenuto l’iter costitutivo: «Una volta una persona molto saggia disse: il dono più grande che si può fare alle donne è uno spazio in cui poter prendere la parola.»

Nell’occasione, la struttura è stata impegnata per giorni nel Laboratorio Itinerante della Decrescita, spazio di idee, gioco, lavoro, attivismo, con danza a spirale guidata da Vicki Noble.

L’opera consigliata alla lettura, è un’antologia alternativa, un dossier dai mille spunti e  analisi approfondite corredate di fotografie e di bibliografie. Uno sguardo sul mondo di “cittadine del mondo” che esplorano quattro territori: Teoria, Pratica, Pratica nelle realtà non occidentali, Spiritualità. Saperi di donne della più varia cultura e provenienza i cui contributi vertono tutti sul “dono”, nelle sue filosofie (Francesca Brezzi) e percorsi storicizzati, nei linguaggi materni, nell’estetica e nelle relazioni. Molti gli esempi di società antiche e nuove improntate al “dono”  (es. Nashita, di Angela Dolmetsch) e degli impatti di genere nelle politiche correnti.

Ineludibile il rimando agli stili di vita solidale, condivisa e con reciprocità dei Moso raccontati da Francesca Rosati Freeman.

Il quarto capitolo è intessuto di spiritualità: Il dono del pane o lo sciamanesimo femminile (Morena Luciani Russo); Il grande dono della medicina sacra indigena (Camila Martinez); Danzare sul respiro delle Yogini. L’oracolo come dono (Luisa Spagna); Il dono naturale della guarigione femminile (Vicki Noble). Libro da non perdere nella Giornata Internazionale delle donne.

Info: www.vandaepublishing.com