Mostra fotografica, campagna affissioni, catalogo e comunicazione social.

Si terrà nelle sale del Castello Volante di Corigliano d’Otranto e sarà visitabile fino al 19 ottobre la mostra fotografica “Queer è Ora”, di Alessia Rollo, fotografa e artista visiva; Gianluca Rollo e Gaia Barletta, attivist* queer e operaie culturali; Francesco Maggiore, visual designer e armonizzatore del caos, prevede anche una massiccia campagna di affissione, che partirà da Lecce per poi arrivare a Bari, Foggia, Perugia e Genova e tutte le città coinvolte.

Il progetto prende vita dal prezioso lavoro svolto dai centri antidiscriminazione, è finanziato dall’ UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali  e curato e prodotto da Transparent, Big Sur e 73100Gaya.

Si tratta di un programma di ricerca artistica e sociale che attraverso la narrazione fotografica della storia e dei vissuti di persone e gruppi appartenenti alla comunità LGBTQIA+,  racconta le necessità della comunità queer e la sua battaglia per abbattere il muro dell’omolesbobitransfobia.

L’11 settembre,  partirà la campagna di affissioni con le 16 immagini del progetto “Queer è Ora”, che poi raggiungerà altre città pugliesi; in concomitanza. Invece. tramite i canali social (instagram: _queereora_) verranno rilasciate delle pillole video che disveleranno il lavoro preparatorio che è dietro ad ogni scatto, insieme a uno storytelling di immagini e clip sul lavoro dei centri antidiscriminazione e le storie delle persone intervistate durante la realizzazione del progetto.

Negli stessi giorni, nelle altre città italiane coinvolte (Genova, Perugia, Bari e Foggia) sarà consegnato ai centri un “kit di comunicazione”, con all’interno una serie di manifesti, locandine e card/flyer sull’ intero progetto “QUEER è ORA”, mentre un catalogo sarà presentato il 16 settembre sempre al Castello Volante di Corigliano d’ Otranto, in occasione della festa finale del progetto. Il catalogo è preacquistabile sul sito del progetto:

L’obiettivo della campagna è quello di superare e abbattere le troppe discriminazioni ancora presenti nel nostro Paese. Secondo Ilga Europe (Associazione Internazionale per i diritti LGBT) nella classifica 2023 dei Paesi Europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone LGBQTIA+, l’ Italia è al 34esimo posto su 49.

Lo scorso anno sono stati oltre 25mila i casi registrati di omolesbobitransfobia, ma ancora più preoccupante è il fenomeno  della mancata denuncia. I casi di questo tipo che sono responsabili spesso di marginalità e disagio  coinvolgono praticamente tutte le fasce d’età, dai minorenni fino agli over 70.

Per queste ragioni i CAD svolgono un ruolo fondamentale: sono un importante aiuto alle persone sia ai fini della denuncia degli episodi di discriminazione sia e per la loro capacità di accoglienza e di costruzione di rapoprti di solidarietà e vicinanza che possono rompere la bolla di solitudine, che rischia di produrre danni irreversibili sulle vittime. Sono interventi tanto più necessari in ambienti più chiusi e provinciali dove gli attacchi, sia fisici che verbali, spesso sono più violenti.

L’assistenza legale, sanitaria, psicologica, oltreché alloggio e vitto quando necessario, offerti dai centri antidiscriminazione a tutte quelle persone che subiscono discriminazione e violenza doventano così  un’ancora di salvezza. un altro fronte altrettanto fondamentale, quello dell’alfabetizzazione,  ossai il dare un nome a quello che è accaduto per comprenderle per affidargli il loro vero significato.

L’autrice degli scatti, la fotografa Alessia Rollo,  interviene su ogni fotografia in maniera analogica attraverso l’inserimento di elementi pittorici e testuali, unendo segno e significante. Le foto testimoniano l’idea di volgere lo sguardo su realtà più piccole, con domande diverse da quelle delle metropoli.

La ricerca, infatti, si è svolta tra aprile e maggio di quest’anno, partendo da Perugia, dove l’associazione Omphalos, oltre a gestire l’omonimo CAD, è punto di riferimento della comunità LGBTQIA+ umbra da più di trent’anni; si è poi spostata a Genova, dove Arcigay Genova è presente da circa vent’anni e oggi si occupa del centro Approdo Sicuro. In Puglia le città selezionate sono state Foggia, dove Arcigay Le Bigotte ha da poco attivato il centro A.R.I.A. grazie a un bando regionale; Bari, in cui è presente il CADMo.N.Di gestito da Mixed, Hermes Academy e Sud Est Donne e copre la zona del sud est barese e di Taranto e provincia; e infine Lecce, città di origine del gruppo di ricerca, dove non esiste ancora un centro antidiscriminazione ma da oltre dieci anni opera una serie di realtà associative, collettivi e singoli individui che crea spazi e servizi dedicati alla comunità LGBTQIA+.