Intervista (in due parti) sul canale YouTube dell’associazione a Luisa Vicinelli, traduttrice con Nicoletta Cocchi di “Le società matriarcali. Studi sulle culture indigene del mondo”, della studiosa tedesca Heide Goettner-Aberndroth.

I parte:

Vicinelli descrive l’opera corposa e basilare in cui l’Autrice definisce e descrive, contestualizzandoli, i popoli in cui sussistono usanze matriarcali di cui propone e contestualizza moltissimi esempi dopo aver analizzato il termine e il suo utilizzo. “All’inizio le madri e non il dominio delle madri”.

Sono “matriarcali” i popoli che mantengono matrilinearità, matrilocalità e hanno un’economia non competitiva ma distributiva finalizzata al benessere di tutte le persone. Si tratta di società non competitive che non applicano criteri di disvalore. Non si parla di società a specchio di quelle patriarcali che ribaltano al femminile ruoli e gerarchie del maschile, o che evidenzino il femminile solo nel sacro ma di “società improntate sui valori materni di cura e di sostegno della vita”.

Società “egualitarie, di genere” per le quali “recuperare la definizione matriarcale significa rivendicare il sapere economico, politico, sociale e culturale di società create dalle donne”. La lunga storia di queste culture “portata avanti da donne e uomini che hanno contribuito in egual misura a mantenerle in vita e tramandarle alle generazioni future” evidenzia il principio fondante della “collaborazione sociale tra i sessi che nonostante la centralità delle donne regola il funzionamento generale della società e la libertà dei due generi.”

Una introduzione generale sulla filosofia e metodologia degli studi matriarcali moderni, e la “Storia critica del pensiero del matriarcato” (cap. I), aprono a 18 capitoli e glossario che descrivono e analizzano le società indigene, nel mondo. Una ricchezza impossibile a riassumersi perciò seguendo il criterio dell’Autrice abbiamo riservato la prima parte della promozione libraria alle società matriarcali indigene dell’Asia orientale, Indonesia e Oceania e la seconda a quelle delle Americhe, India e Africa.

Vicinielli va al cuore del dibattito sul matriarcato, descrivendo il pensiero e il lessico di HEIDE GOETTNER-ABERNDROTH, posti all’origine degli “studi matriarcali moderni”; tratteggia il senso globale e positivo di una ricerca che riguarda e auspica “un modello diverso di civiltà per donne e uomini”; esemplifica la complessità delle strutture matriarcali, ciascuna diversa seppure similare nelle premesse (es. l’economia di giusta redistribuzione delle risorse e la difesa dell’indivisibilità della terra, Madre terra, difeso dalle matriarche dei Khasi; i mutamenti in corso nelle tradizioni matrimoniali dei Moso nella Cina sud occidentale; la spiritualità delle sciamante coreane che nonostante un invasione del mercato sono riuscite a salvaguardare la loro cultura).

L’effetto distruttivo delle culture patriarcali su quelle matriarcali è ampiamente documentato ma risale, come è sottolineato, anche a molto prima del contatto con l’Occidente. Una storia del mondo alternativa in cui lo sguardo non pregiudiziale di Goettner-Aberndroth non solo rintraccia società matriarcali ma ne rileva le sopravvivenze in quelle “patriarcalizzate”, denunciando il profondo travisamento di una lettura tradizionale derivata dalla incapacità anche culturale, sette-ottocentesca, di supporre e quindi riconoscere presenze o retaggi matriarcali nell’approccio a società diverse da quella coloniale o dominante. Un libro ineludibile nel dibattito odierno. (segue seconda parte)

II parte:

Luisa Vicinelli prosegue nella descrizione dell’opera soffermandosi sulle società delle Americhe, dell’India e dell’Africa. Nella prima parte sono stati ripercorsi i principi generali e il lessico della filosofa tedesca e citate alcun culture matriarcali o con reminiscenze matriarcali da lei individuate nel contenete asiatico e nel Pacifico. Nella seconda, si parla di tali società nelle AMERICHE e in AFRICA : es. Aruachi e Amazzoni; i Cuna “il popolo dorato” della regione centrale, gli Hopi o “popolo della pace”; la Confederazione irochese con le sue strutture politiche in quella del Nord. Per l’Africa, si cita la cultura degli Akan, gli Ashanti, le regine matriarcali nella zona subsahariana; non in ultimo si ritorna sulle strutture matriarcali, come individuarle e come definirle. Ricordiamo che i 18 capitoli del libro coprono tutti i continenti con specifiche di particolare interesse per l’assenza quasi totale della narrazione, e la poca quasi sempre pregiudiziale e oscurante il portato femminile, sulle civiltà indigene locali. Si parla infatti di un diverso modello di civiltà per donne e uomini che viene dal passato e che può fornire altri parametri al futuro.

Info: HEIDE GOETTNER-ABERNDROTH; trad. di Luisa Vicinelli e Nicoletta Cocchi, “Le società matriarcali. Studi sulle culture indigene del mondo”. – Venezia: Venexia 2013.