Il titolo incentra il lavoro di Mirella nelle decadi iniziali della Repubblica Italiana, che ancora meno di altre sono conosciute sotto l’aspetto del contributo delle donne pur essendo spesso il principale oggetto della storiografia del Novecento italiano.

Il passaggio dalla dittatura alla democrazia, dal Regno d’Italia alla Repubblica e suoi esordi, alla luce degli studi di genere evidenzia un protagonismo non scontato su cui l’Autrice indaga e nell’intreccio tra la scrittura, in questo caso la riscrittura, storica e il discorso politico sulla libertà, la democrazia, la forma stessa della Repubblica.

Si ricorda spesso da più parti giustamente che la nostra Costituzione non è stata un esercizio legislativo di padri e madri (poche), chiamate a ricostruire l’Italia dalle macerie del Fascismo e della guerra, ma il testamento di idee, di volontà e di sangue di chi ha contribuito a liberarla e ne ha innalzato la difesa affinché il tragico passato non potesse ritornare.

Questo libro esce in un anno che pone nel dialogo politico e culturale e internazionale la validità di quelle intenzioni e di quei valori e quanto siano attuali quelle motivazioni.

Mirella Leone, già professora liceale di Storia e Filosofia a Verona ed Esercitatrice di filosofia” presso quella Università, utilizza la sua riconosciuta facilità di scrittura e l’esperienza nel trattare nella scuola e con le donne – contandosi tra le fondatrici della sezione locale del “Circolo della Rosa” – le tematiche di genere, per riempire lo scenario del periodo prescelto di protagoniste rintracciate, trasversalmente, in tutti gli ambiti, situazioni e ceti.

Diviso in tre parti (Ricostruzione politica; Economica; Cultura), con Appendice dedicata all’appronfondimento biografico delle 21 Madri costituenti, è opera nel solco l solco della lezione, negli Studi di genere, della storica Anna Bravo.

La cura che caratterizza il lavoro è quella che l’Autrice condivide con le Italiane di cui narra, attente a ogni aspetto di quello in cui s’impegnavano nella scena domestica, affettiva, politica.

Il prezzo altissimo pagato da tante e troppo spesso dimenticato è uno degli aspetti più introiettivi del libro attraversato da una sorta di “riconoscenza” e di “riscatto”, tutte meritevoli del titolo di “Madri della Ricostruzione Italiana”. Le generazioni successive al 1960 come ne hanno assorbito l’insegnamento, ne hanno riconosciuto il valore, l’hanno reso identitario a loro stesse e a quelle che a loro volta hanno generato?

A 75 anni dalla stesura della Costituzione, questo libro contribuisce al bilancio epocale, di genere, dell’Italia del dopoguerra e del boom economico che fu, e di cosa le donne hanno consegnato all’attuale.

L’opera infatti, attraverso testimonianze e biografie, accompagna il millennio. Una per tutte, Nilde Iotti (PCI), scomparsa nel 1999, antifascista, Madre costituente, dirigente dell’Udi, prima donna Presidente della Camera (VIII legislatura) a seguito della decisione parlamentare di destinare all’opposizione la Terza carica dello Stato. L’Autrice riporta stralci del discorso d’insediamento: “Io stessa – non ve lo nascondo – vivo quasi in modo emblematico questo momento, avvertendo in esso un significato profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazione”. (p. 403)

Il libro esce pochi mesi prima della consegna elettorale 2022 alle destre e alla nomina di Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) alla seconda carica dello Stato, la Presidenza del Consiglio dei Ministri; leggerlo è un esercizio in più di buona memoria e buon lessico di genere.

Info: Mirella Leone, Le “Madri” della Ricostruzione italiana 1945-1960, edizioni QuiEdit Verona, 2022.

Intervista a Mirella Leone su Canale Associazione Paese delle Donne

.