La posizione di Putin nell’opposizione alla Nato e sui confini con l’Ucraina, da tempo, riportava di colpo agli anni della “guerra fredda”, non tanto per l’allora dura separazione (soprattutto ideologica), tra paesi europei usciti dalle ceneri del dopoguerra col Patto di Varsavia, quanto per la decisa volontà del leader russo attuale di rimuovere l’ostacolo rappresentato dal potere degli USA/Alleanza Atlantica sul territorio europeo. 

Ieri (24 c.m.) ci siamo svegliati con la guerra in tv. Un nuovo spettacolo. Immagini da un mondo lontano su cui Putin ha deciso di estendere due delle sue fondamentali posizioni:
1) Il miraggio di ricostruire la vecchia URSS. Ricordiamo il suo discorso di qualche sera fa, con spirito unitario nei confronti dell’Ucraìna, della comune cultura e tradizioni.
2) L’insopportabilità del mondo occidentale che tutto unito da Nato in poi minaccia il potere autoritario, o meglio l’autonomia del Capo russo. È una prova di potere e di forza. Le due repubbliche filosovietiche, la Crimea, la società dei separatisti hanno dato sicurezza a Putin, l’intenzione di esibirsi con un bagaglio da mostrare al mondo occidentale.

Tutto può succedere, dall’unità di tutti gli Stati europei e il Consiglio Nordatlantico con sanzioni volte a bloccare l’economia russa, all’uso-non sia mai!-di armi nucleari, all’accerchiamento prolungato dei territori limitrofi… ci saranno, questo è prevedibile, tavoli diplomatici. 

Come reagirà Putin a questo tavolo? L’Ucraina aggredita è la dimostrazione di non voler cedere alla Nato, sotto qualsiasi forma. L’aggressione all’Ucraina è una scusa! Ma anche la dimostrazione della propria autonomia. Restano i due nemici storici, Russia e Usa.