Tutto vola nell’aria. Entra in scena Nisi dominus, RV 608, di Antonio Vivaldi: l’alternanza di tempi veloci e lenti scandisce la lotta di due donne. Una fugge scompostamente, l’altra la insegue furiosa mentre braccia maschili cercano di trattenerla, una adolescente osserva terrorizzata. Uno schiaffo violento, il volto della prima donna si abbatte di profilo sulla tastiera del pianoforte.

Ursula Meier, regista pluripremiata e sceneggiatrice di nazionalità svizzera e francese, entra con forza nelle dinamiche familiari con il suo ultimo lungometraggio, La ligne – la linea invisibile. L’incipit del film è l’aggressione di una figlia ai danni della madre. Da una parte c’è Christina, una donna troppo centrata su di sé che per le tre figlie ha rinunciato alla carriera di pianista; dall’altra c’è l’esplosiva Margaret, “colpevole” di essere nata da una madre troppo giovane. Christina denuncia Margaret che per almeno tre mesi dovrà tenersi 100 metri lontano dalla casa materna, pena la detenzione nel caso trasgredisca il divieto.

Come nei due precedenti film, Home e Sister, Ursula Meier circoscrive i luoghi rendendoli spazi simbolici. Così la ligne imposta dalla legge diventa confine di due mondi. Da una parte c’è il mondo “materno” regno della con-fusione, di conflitti agiti senza possibilità di risoluzione e di amore ambivalente.

Oltre la linea – che Marion, la figlia più piccola di Christina, colora di celeste rendendo visibile, innanzi tutto per Margaret, il confine tra agire gli impulsi distruttivi e riuscire a contenerli- si delinea un mondo “altro”. Qui trova spazio, oltre al dolore per l’esclusione, il desiderio e la creatività.

Il padre è il grande assente del film della Meier e forse la linea imposta dalla legge ne assume in qualche modo la funzione, dal momento che non è soltanto punitiva ma diventa per Margaret e per le sorelle occasione di trasformazione. La musica accompagna questo film emozionante raccontando un terzo mondo dove la famiglia ritrova l’armonia, un infinito in cui ogni linea incontra le altre.

Straordinarie le interpreti principali: Stéphanie Blanchoud nel difficile ruolo di Margaret e Valeria Bruni Tedeschi nel ruolo della madre Christina. Da nominare anche Elli Spagnolo (Marion), India Haire (Louise) e Benjamin Biolay (Julien) che ha composto per il film la canzone che “racconta la storia d’amore tra il personaggio che interpreta e Margaret”.

Il film è nelle sale cinematografiche.