In occasione del primo anniversario della entrata in vigore del TPAN (Trattato per la proibizione delle armi nucleari)

Disarmisti esigenti – Alfonso Navarra e WILPF Italia – Antonia Sani hanno diffuso un appello ai deputati e senatori italiani per la firma della proposta di ratifica dello Stato italiano al Trattato di proibizione delle armi nucleari

Testo dell’appello

Il 22 gennaio 2022 ricorre il primo anniversario della entrata in vigore del TPAN (Trattato
per la proibizione delle armi nucleari) adottato nel 2017 in una Conferenza ONU a New
York anche grazie alla pressione dal basso di una rete internazionale comprendente oltre
500 organizzazioni pacifiste (insignite per questo loro contributo di un Premio Nobel per la
pace).
Le ratifiche espresse dai vari paesi sono al momento nel numero di 59, e continuano ad
aggiungersi. Questo processo di allargamento avvicina sempre di più l’abolizione giuridica effettiva
delle armi nucleari nel mondo, che accompagna e favorisce la loro eliminazione materiale. 
Da subito il Trattato, valido solo per chi lo sottoscrive, produce un effetto culturale e politico globale
di “stigmatizzazione” della deterrenza minandone la legittimità.
Come associazioni Wilpf Italia e Disarmisti esigenti, membri ICAN, impegnate da almeno 10
anni insieme nella campagna per la denuclearizzazione e per la ratifica del TPAN da parte del
nostro paese, siamo oggi qui a prospettare la realtà imbarazzante e amara della nostra società
politica. Sono centinaia i parlamentari che, nel corso degli anni, hanno sottoscritto il
“Parliamentary Pledge” della Campagna ICAN in favore del trattato, ma continuiamo a registrare
il rifiuto del Parlamento – nonostante le 10.000 firme raccolte e la mozione della senatrice De
Petris – di presentare la richiesta di ratifica. 
Alla vigilia della prima conferenza di revisione del TPAN, che si terrà dal 22 al 24 marzo di
quest’anno a Vienna, sarebbe comunque importante che lo Stato italiano partecipasse almeno in
veste di osservatore.
L’ombra della NATO imperversa e impedisce che l’Italia assuma una posizione autonoma,
come una sorta di muro a fronte dei parlamentari firmatari che dichiararono le preoccupazioni
espresse nel Preambolo del Trattato circa le catastrofiche conseguenze umanitarie che
risulterebbero da un qualsiasi uso di armi nucleari.
Armi “totalmente disumane e ripugnanti”, che potrebbero portare all’estinzione della vita per un
conflitto che potrebbe essere scatenato persino per errore. 
Ci rivolgiamo in questo primo anniversario a tutto il popolo italiano affinché si renda conto del
danno rappresentato dalla presenza di bombe nucleari in varie località del nostro paese
(ufficialmente segrete).
Denunciamo l’indifferenza parlamentare in presenza della non ratifica, da parte del nostro
Parlamento, che ci espone all’insaputa della maggior parte dei cittadini ai danni del ritorno dello
stesso nucleare civile (da essi bocciato in due referendum, nel 1987 e nel 2011): si veda la
vicenda in atto della proposta di inserire nella tassonomia UE delle fonti sostenibili anche il
nucleare cosiddetto civile.
Con la presente ci rivolgiamo a deputati e senatori affinché la proposta di ratifica dello
Stato italiano al Trattato di proibizione delle armi nucleari venga al più presto presentata e
votata.
Questa adesione vorremmo fosse concepita anche come un impulso ad adottare, da parte dello
Stato italiano, una efficace strategia complessiva che coinvolga gli stessi Stati dotati di armi
nucleari in serie trattative per il disarmo in attuazione dell’articolo VI del Trattato di non
proliferazione.