Ho conosciuto Rosetta Stella quando ancora era nella segreteria Dell’Udi  Nazionale in via della Colonna Antonina. Mi è subito piaciuta. Non era solo una politica attenta ma una raffinata intellettuale. Era capace di sorprendersi  e di sorprendere. Era attenta a tutto ciò che andava oltre la soglia del già visto, del già detto. Con lei, assieme ad altre,  per il referendum che metteva a rischio la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza pubblicammo  il  libro OLTRE L’ABORTO. Volevamo che si sapesse quanto le donne avevano elaborato per arrivare a quella legge. Centinaia di pagine, decine di documenti elaborati da gruppi e collettivi che si erano formati in quegli anni in Italia.  Era la prima volta che si formalizzava un lavoro che metteva a confronto l’articolato mondo del femminismo, UDI compresa. Da quel momento si consolidò anche un’amicizia che durò nei decenni. Mi piaceva andare a trovare lei e Luciana Viviani in quell’appartamento sotto i tetti di piazza Cavour.  Prendavamo un te e parlavamo di tutto.  Ci piaceva polemizzare. Su molte cose , soprattutto sulle autoconvocazioni dell’Udi . Non ci trovavamo mai d’accordo. La sua fascinazione per il pensiero della differenza la trovavo poco laica anche se sapevo quanto la sua intelligenza fosse attenta a non cedere a nessun atto di acefala fede.  Ed è proprio con quella sua acuta intelligenza che sfidò  sviscerandola  la fede cattolica, quella delle sue origini. Uscirono molti suoi scritti sull’argomento. Allora curavo una rubrica libri in RAI  al GRParlamento .  Ricordo la fatica che ho fatto per leggere il Magnificat  per sentirmi adeguata ad una conversazione pubblica sul  libro. Poi mi allontanai da Roma e dalla sua faticosa vita politica. Questa mattina, telefonando a Rosanna Marcodoppido,  ho saputo che domani ci sono i funerali. Ciao Rosetta.