c.c.c. In prima edizione nel 2011 è un libro che non ha tempo, “nasce per i genitori, per dare loro uno strumento per spiegare” alle loro bambine e ai loro bambini “che si può essere concepiti in altri modi e che può essere necessario un aiuto della medicine quando si incontrano difficoltà; ma che alla fine l’unica cosa importante è essere stati tanto desiderati e alla fine difficoltà tanto amati”.
Questa una parte del testo stampato prima dell’inizio della storia, un racconto tenero, preciso e semplice di un percorso tenero,
lungo e forse complesso, che da soggettivo e personale diventa plurale. Un libro per spiegare le origini di un qualcosa che forse non ne ha, perché l’affetto e il desiderio non hanno mai una capo e una coda e non sono misurabili in metri, e in un tempo dove tutto deve avere invece un nome e un posto questo libro regala forse un luogo, un area di sosta, dove incontrarsi, ancorare la barca e riposare, per le grandi viaggiatrici e i grandi viaggiatori che hanno percorso molta strada prima di approdarvi. E regala una sciarpa a cuori, che scalda, che riporta al primo giorno, una sciarpa che tutte e tutti vorrebbero forse avere, che sarà custodita per tutto il percorso e di cui il piccolo narratore, attraverso i testi dell’Autrice, sa cogliere il vero senso, l’amore, tanto che a sua volta ne vorrebbe una per il suo cane Virgola. Perché se la famiglia è fatta da sciarpe con grandi cuori sopra, poco importa  che siano di patchwork, ricamati, filati a mano o in altro modo, di cotone o di velluto, e tantomeno importa il loro colore perché la forma del cuore è sempre la stessa e inconfondibile. Virgola lo ha capito, la sua famiglia anche, i suoi vicini pure, il libro lo racconta, l’Autrice lo illustra, ora tocca a noi.