Lorenza Mazzetti

Lunedi 10 settembre, presso la British School di Roma, Lorenza Mazzetti è stata insignita dal prof. Michael Arthur, Presidente dell’UCL (University College London), dell’Award of UCL Honorary Fellowship, riconoscimento conferito “a un membro meraviglioso della nostra comunità” per riflettere sulle radici culturali, trasmettere i valori della franchezza e dell’integrità, e dare ispirazione agli studenti grazie ai capolavori da lei realizzati.

Lorenza Mazzetti nel momento del riconoscimentodell’Award of UCL Honorary Fellowship – 10 settembre 2018  foto di Giuliana Mariniello

Non era facile, negli anni cinquanta, per un’italiana “sull’orlo della pazzia” e in fuga dai ricordi e dai luoghi dove era avvenuta la strage della famiglia di suo zio Robert Einstein, essere accolta nella prestigiosa istituzione della Slade School of Fine Art di Londra senza neanche aver presentato un curriculum. Ma il lungimirante direttore di allora, William Coldstream, decise di accettare nell’università l’eccentrica ragazza quando, con assoluta certezza, affermò che ne aveva diritto perché lei era un genio. Lorenza Mazzetti dimostrò subito la sua genialità girando avventurosamente il film K; poi Together su richiesta di Denis Forman, direttore del British Film Institute, iniziando nel 1956 insieme a Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson l’avventura del Free Cinema, baluardo artistico del cinema outsider inglese.

Questa faccenda della genialità, rivela Lorenza nell’intervista che ci ha concesso, nasce dal fatto che Albert Einstein in persona aveva scritto una lettera indirizzata a lei e Paola, la sorella gemella – a proposito di una canzone patriottica ideata e musicata da loro – in cui affermava che erano proprio due ragazze geniali. Lorenza aveva custodito gelosamente questa lettera in una scatola di legno; pensava che Einstein esagerasse ma alla fine si era convinta: se il genio della fisica diceva che lei era un genio, doveva essere così.

“Perché sono un genio” (titolo del documentario di Steve Della Casa e Francesco Frisari su Lorenza Mazzetti) ha guidato il percorso creativo di Lorenza Mazzetti attraverso il cinema, la pittura e la scrittura testimoniando il trauma che ha segnato la sua vita con singolare creatività.

“Questo è il mistero dei sopravvissuti, cioè prima il bisogno di dimenticare per sopravvivere, poi col tempo il senso di colpa per aver dimenticato e quindi non avere testimoniato l’orrore.” (Diario londinese di Lorenza Mazzetti).

Lorenza Mazzetti a Londra negli anni Cinquanta

I film di Lorenza Mazzetti, i suoi libri e i quadri ispirati ai luoghi e alle figure della adolescenza, testimoniano la ferita del sopravvissuto con la “leggerezza” di un genio che ama indossare occhiali rossi, ha la sfrontatezza di un Superbone – come diceva Federico Fellini – e la grazia maldestra di una fatina, quella di Bibbidi Bobbidi Bu che a colpi di bacchetta magica trasforma i drammi dell’esistenza in miracoli di poesia e umorismo.

Durante la cerimonia introdotta da Stella Bruzzi, Preside di UCL Faculty of Arts & Humanities, è stato proiettato Together, film che fu premiato ex equo a Cannes (1956) con il Palmarès per la Mention au film de recherce.

Per chi non l’avesse visto, Together è un capolavoro di poesia che da molti critici è stato paragonato alle opere di Jean Vigo. Il film racconta la storia di due portuali sordomuti “immersi in un mondo che loro ignorano e dal quale sono ignorati”. Uno dei due sordomuti, aprendosi al desiderio per una donna, cercherà di uscire dalla segregazione di questo loro mondo ma un bambino lo spingerà involontariamente nel silenzio della morte. Nel film, la drammaticità è stemperata dalla vitalità rumorosa di un East End londinese segnato dalla guerra, dai docks e dalla gioia dei bambini, cinguettanti padroni di quegli spazi di rovine.

“L’orrore più grande sarebbe un universo senza di me” dice Lorenza Mazzetti con voce squillante, sintetizzando in una frase il suo straordinario essere nel mondo.

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(Ndr) I quadri di Lorenza Mazzetti che ricordano il dramma della persecuzione nazifascista alla sua famiglia sono stati presentati a Roma nel complesso di San Michele con il titolo: “Album di famiglia: diario di una bambina sotto il Fascismo” nel 2010 (gennaio-febbraio) , poi sempre nel 2010 (luglio – agosto) la mostra è stata portata Al Castello Manservisi nel comune Alto Reno Terme (BO). Ricordiamo che la Mazzetti assieme ad altr*  ha dato vita alla  Mostra internazionale del cinema libero, un importante Festival cinematografico indipendente, organizzato a Porretta Terme oggi comune Alto Reno Terme tra il 1960 e il 1982. La mostra poi è stata portata  a Firenze a Palazzo Medici nel  2011(gennaio-febbraio), a Mantova nel  2011(marzo), alla Casa di Rigoletto in piazza Sordello,  e a Dresda organizzata dal consolato italiano e dalla comunità ebraica e dall’Università di Dresda nel 2017 (lugio)