Una donna per strada con passo deciso, un cortile pieno di piante, una scala, una porta chiusa. Da una parte c’è Sandra in visita al padre; dall’altra il professore Kienzler affetto da una malattia degenerativa del cervello. Padre e figlia uniti da una soglia da varcare: l’uno per uscire da una vita dedicata allo insegnamento della filosofia, alle buone letture e alla musica; l’altra per elaborare il distacco e rientrare nel flusso delle emozioni dopo il lutto di suo marito.  

Si apre così Un bel mattino (2022), ultimo lungometraggio della regista e sceneggiatrice francese Mia Hansen-Løve, una storia poetica sullo scorrere del tempo che caratterizza tutta la sua filmografia da Tout est pardonné (2007) a  Sull’isola di Bergman (2021).

Sandra (Léa Seydoux), come la protagonista del pluripremiato Le cose che verranno (2016), è una donna forte: lavora come traduttrice, ha una figlia piccola e assiste il padre amorevolmente. Dalla morte del marito, avvenuta cinque anni prima, si è chiusa nella routine familiare. Il padre si è però aggravato così la madre di Sandra che ha sposato un secondo marito, la zia, la sorella, la compagna del padre impossibilitata ad assisterlo e Sandra stessa decidono di trasferire il professore Kienzler (Pascal Greggory) prima in ospedale, poi in un istituto per anziani. Un “luogo sicuro”.

“È d’accordo?” chiede la dottoressa a Kienzler seduto sulla poltrona dietro cui sono disposte le donne che stanno decidendo della sua vita.

“Accordo?” – risponde con voce tranquilla Kienzler che vede poco, è deteriorato ma ha un guizzo di estrema chiarezza –  “mi sembra una parola un po’ offensiva”.

Mentre il padre passa da un ospedale a un istituto abbandonandosi platonicamente alla vita/non vita che gli resta, Sandra incontra un vecchio amico, Clément (Melvil Poupaud), con cui inizia una storia d’amore nonostante che lui sia sposato.    

Intorno a questi tre personaggi, la regista costruisce un film “rigoroso” intessuto di vita. Figlia di due insegnanti di filosofia, Mia Hansen-Løve racconta nel suo cinema l’amore e la speranza, l’insegnamento filosofico ricevuto dai genitori. Sebbene Un bel mattino attinga alla sua biografia,  la regista muove la storia tra ricordi e invenzione, pienezza e mancanza, forza e abbandono, raccontando con leggerezza un film che tocca temi universali. Come recitano i versi del Lied Auf dem Wasser zu singen per voce e pianoforte di Schubert, in Un bel mattino come nel precedente film di Mia Hansen-Løve, Le cose che verranno, si “sente” l’anima mentre scivola sull’acqua come una barca intorno a cui comincia a danzare il crepuscolo.  

Magnifici gli interpreti Léa Seydoux e Pascal Greggory, figlia e padre, e Melvil Poupaud, l’amante di Sandra, un uomo che sa prendersi cura di chi ama. 

È possibile vedere Un bel mattino su diverse piattaforme streaming.