Dal  “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo riceviamo e volentieri pubblichiamo il testo di un appello alla presidente del Senato:

“DICA UNA PAROLA DI UMANITA'”

 

 

Alla Presidente del Senato della Repubblica

Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
da giorni e giorni decine di naufraghi innocenti ed inermi sono costretti a restare in mare perche’ il governo italiano nega loro approdo nel piu’ vicino porto sicuro.
Lei sa che la legge del mare fa obbligo di consentire l’approdo dei naufraghi soccorsi nel piu’ vicino porto sicuro.
Lei sa che negare ai naufraghi approdo in porto sicuro equivale a commettere il reato di omissione di soccorso.
Lei sa che l’articolo 2 della Costituzione della Repubblica italiana stabilisce che “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”. Ed anche i naufraghi sono esseri umani.
Lei sa che l’articolo 10 della Costituzione della Repubblica italiana stabilisce che “lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle liberta’ democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica”. E tra i naufraghi sicuramente vi sono persone in fuga da guerre e fame, e sopravvissute all’orrore dei lager libici, che hanno diritto ad essere accolte e protette.
Lei sa che l’articolo 27 della Costituzione della Repubblica italiana stabilisce che anche nel caso di persone condannate per qualche crimine – mentre nel caso concreto dei naufraghi cui si sta negando approdo si tratta invece scuramente nella generalita’ dei casi di persone del tutto innocenti – “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita’”. Ed i naufraghi innocenti ed inermi costretti da giorni e giorni a restare in mare stanno senza dubbio subendo da parte del governo italiano un trattamento contrario al senso di umanita’.
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Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
dica una parola: una parola di verita’, una parola di umanita’.
Dica una parola affinche’ cessi questa tortura, questa barbarie, questo crimine, e finalmente a decine di naufraghi innocenti ed inermi sia consentito di approdare in porto sicuro.
Chieda pubblicamente al governo di far cessare questo orrore e questa infamia.
Chieda pubblicamente al governo di rispettare la Costituzione e la morale condivisa da tutti gli esseri umani: salvare le vite e’ il primo dovere.
Lei che e’ la seconda carica dello stato italiano non distolga lo sguardo, non resti in silenzio; dica cio’ che deve essere detto: che i naufraghi siano subito fatti sbarcare nel piu’ vicino porto sicuro.
Voglia gradire distinti saluti,

Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

Viterbo, 22 giugno 2019

Mittente: “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt@gmail.com