Sulla recente firma, da parte del presidente dell’Uganda, della legge che prevede il carcere, e in qualche caso, la pena di morte per l’omosessualità, qui di seguito il testo del comunicato dell’associazione Di’Gay Project.

“Si è appreso con sconcerto ed incredulità la recente approvazione in Uganda di una delle leggi più draconiane al mondo contro la comunità LGBT+ per l’esercizio dell’omosessualità che prevede non solo il carcere, ma in alcuni casi l’ergastolo e la pena di morte per l’omosessualità aggravata nel caso di gay condannati per stupro o per rapporti sessuali con minori o disabili.

Siamo di fronte a “una tragica violazione dei diritti umani universali”, come l’ha definita il Presidente USA, Joe Biden, giudizio al quale si unisce l’Unione europea.

Si tratta di una norma “contraria al diritto internazionale dei diritti umani e agli obblighi assunti dall’Uganda ai sensi della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli”, che produrrà come conseguenza quella di legalizzare la discriminazione, l’odio e i pregiudizi contro gli ugandesi LGBT+ e i loro sostenitori.

Si auspicano iniziative forti da parte di organismi internazionali quali Amnesty International e, a livello più istituzionale, l’intervento delle Nazioni Unite per sollevare non solo un moto di indignazione generale in tutti i continenti ma anche per mettere su misure sanzionatorie a vari livelli nei confronti del Governo ugandese.”

Il Direttivo di DGP