Il blog cui abbiamo voluto dare questo titolo vanta una propria genealogia, una storia breve ma intensa che lo precede e di cui ci pare opportuno dar conto per poterci meglio orientare lungo la traiettoria di alcuni antecedenti che hanno contribuito alla sua nascita.La sua storia ha inizio nel momento in cui alcune donne che facevano parte di un gruppo di autocoscienza on-line, decidono di proporre all’incontro di Paestum 2013 un Laboratorio sul tema dell’Autocoscienza.

Le motivazioni della proposta sono contenute in dettaglio nel[ testo presentato a Paestum->http://paestum2012.wordpress.com/2013/10/12/perche-un-laboratorio-sullautocoscienza/] in apertura dei lavori del Laboratorio in cui, al centro di ogni possibile trasformazione politica, veniva posta l’urgenza di una riflessione aggiornata attorno alla pratica autocoscienziale del “partire da sé” introdotta in Italia, nel ’70, da {{Carla Lonzi}} e, prima ancora, dal gruppo Demau di cui faceva parte{{ Daniela Pellegrini}}.

Non che siano mancate a Paestum, da parte di alcune “storiche” del femminismo italiano presenti all’incontro ({{Cigarini, Boccia}}) e da altre non presenti ({{Melandri}}), le consuete celebrazioni “rituali” a questa pratica ma il punto, per noi, che avevamo proposto il Laboratorio con un preciso intento, era – e resta – un altro: {{ l’ abbandono di riti e rituali }} – così abituali nel maschile – e il desiderio di andare dentro le cose, al cuore, dunque, della storia di una pratica considerata “finita” da tanta parte del femminismo storico e da tempo ridotta a pura nominazione.

Una seconda occasione per entrare nel vivo della storia e della complessa evoluzione di questa pratica e per dare così continuità al Laboratorio di Autocoscienza svoltosi a Paestum – al quale era presente anche {{Daniela Pellegrini}} – è stata offerta da Daniela stessa e si è infine concretizzata e ha preso corpo, sul piano simbolico, con l’iniziava di Bologna del 14-15 Dicembre in cui il tema dell’Autocoscienza diveniva parte integrante all’interno di un suo precedente progetto di incontro.

Non eravamo moltissime a Bologna ma vi siamo giunte da diverse parti d’Italia: Roma, Firenze, Modena, Padova, Terni, Milano, Verona, Ventimiglia, ed eravamo lì, numerose quanto basta, per fare di un incontro di due giorni qualcosa d’altro e di diverso di un vuoto rituale, per farne {{Luogo e occasione di pensiero in presenza }} da cui potesse eventualmente nascere e maturare un desiderio autentico di rivederci, in futuro, per approfondire la conoscenza di noi e delle nostre diversità, per confrontare esperienze di vita, scacchi, saperi ma anche per dar conto di un preciso posizionamento di alcune di noi all’interno di un femminismo che – come qualcuna ha suggerito – ha bisogno di ritrovare la strada.

Due giornate dense di interrogativi e di proposte in cui ciascuna ci ha messo del suo, con autenticità e passione, e in cui non è mancato – come avviene in ogni consesso di donne che si rispetti – qualche conflitto rivelatosi, alla fine, estremamente fecondo per aver aperto l’accesso a informazioni e testimonianze inedite riguardanti situazioni drammaticamente vissute in prima persona da alcune donne all’interno di uno dei più noti luoghi accademici italiani in cui il ”pensiero della differenza” viene teorizzato e diffuso.

Ed è così che, in quell’occasione, è stato possibile {{declinare l’Autocoscienza nei suoi molteplici aspetti e nelle sue finalità}}: il senso di questa pratica oggi, la necessità del “partire da sé” come condizione preliminare e ineludibile di ogni reale processo di trasformazione personale e politica, la critica all’uso vuoto e nominale di questi termini, l’esperimento di una pratica autocoscienziale on-line e l’impegno a darne conto e, da ultimo, l’annuncio, su proposta di {{Donatella Proietti}}, della prossima apertura di un blog i cui antecedenti logici e genealogici sono individuabili nella sequenza dei passaggi descritti.

Il nome del blog {Tabula rasa: il femminismo ritrova la sua strada} vuole essere un indicatore di percorso e di progetto personale e politico di alcune donne decise ad attuare nei riguardi di un pensiero della Differenza che ha perso la sua strada e che ha ridotto la Differenza all’opposizione duale erede dell’Uno patriarcale, la stessa opera di decostruzione messa in atto a suo tempo dal femminismo nei riguardi del patriarcato.
{
Tabula rasa: il femminismo ritrova la sua strada} è un blog – ci teniamo a precisarlo – che non nasce e non vive in “contrapposizione” al blog di Paestum ma che si situa invece – come Lonzi avrebbe detto Lonzi – “su un altro piano”. Su questo:

“Una via dopo l’altra, ma senza ritorno.” “Puoi decidere dove essere o non essere,” “Deve pur esserci un’uscita, …è lei che ti cerca”. ({{Wislawa Szymborska}}),{ Labirinto}