La bozza di direttiva europea per combattere la violenza contro le donne alla fine non conterrà la definizione di stupro come “sesso senza consenso”. Anche l’articolo 4 del testo del Parlamento europeo è stato stralciato, e la direttiva non contiene più neanche il riferimento alle molestie sessuali sui luoghi di lavoro.

L’opposizione di alcuni Paesi ha infatti portato allo stralcio dal testo delle modifiche che il Parlamento europeo aveva proposto a cui si sono opposte Francia, Germania, Austria e Paesi Bassi, adducendo ragioni tecniche giuridiche, e a questi Paesi si sono aggiunti Polonia, Ungheria, Malta, Cechia, Estonia, Bulgaria e Slovacchia. L’Italia era invece a favore.

Il testo tornerà comunque in aula al Parlamento per la votazione in aprile e è stata indetta una mobilitazione generale davanti al Parlamento europeo per il prossimo 8 marzo a Bruxelles. Sul tema della definizione del reato di stupro, valevole in tutta Europa, stupro c’è stata una grande mobilitazione di associazioni, sindacati e società civile perché è la previsione del consenso esplicito l’impostazione più vicina alla Convenzione di Istanbul che il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha approvato già nel 2011.

L’associazione Differenza Donna, che aveva promosso una petizione su change.org che aveva superato in pochi giorni le 78mila firme(di cui si può leggere QUI, definisce “inaccettabile” la direttiva Ue contro la violenza perché, come ha dichiarato la presidente Elisa Ercoli “fa arretrare i diritti delle donne e ostacola ancora di più l'accesso alla giustizia per le donne che hanno subito crimini orribili. Negare che senza consenso non sia stupro vuol dire assegnare alle donne la responsabilità di dimostrare la coercizione e la resistenza".

Comunque, la direttiva sulla violenza per la prima volta prevede norme europee che puniscano la mutilazione genitale femminile, le violenze informatiche, come la condivisione non consensuale di materiale intimo, stalking, molestie, incitamento alla violenza o all’odio basati sul sesso o sul genere della vittima. Si introducono anche procedure mirate per un migliore e più agevole accesso alla protezione e alla giustizia nei casi di violenza, come nel caso della la violenza domestica.