È stata presentata, in una sala affollata della Casa Internazionale delle Donne a Roma, la “Guida delle Libere Viaggiatrici. 50 mete per donne che amano viaggiare, in Italia e nel mondo” di Iaia Pedemonte e Manuela Biolchini (Altreconomia, 2018). Moderava l’incontro Silvia Vaccaro, giornalista e membro dell’associazione culturale “Le Funambole”, alla presenza di Francesca Benassai, guida naturalistica di Walden viaggi a piedi, Marta Marciniak, di Migrantour Roma, Raffaella Rizzo, direttrice de La Nuova Europa, e Federica Paoli, esperta di scritture femminili dell’associazione “Le Funambole”.

Specialmente negli ultimi anni, chi dice viaggi dice donne, il numero delle donne che affrontano viaggi da sole o in gruppo è cresciuto in modo esponenziale ed è principalmente a loro, ma non solo, che la guida si rivolge. Scopo del libro infatti, come ci spiega l’autrice Iaia Pedemonte, giornalista esperta di turismo solidale, creatrice di un portale dedicato al Gender Responsible Tourism (GRT), dove si possono leggere interessanti storie di imprese femminili in paesi lontani, è far incontrare i sogni e i desideri delle viaggiatrici con  le protagoniste delle realtà locali:  artigiane, impiegate di agenzie, piccole imprenditrici, socie di cooperative e ong del posto, o ideatrici di laboratori a scopo didattico formativo. L’importanza del ruolo delle donne nel mondo del turismo, un settore molto femminilizzato dove spesso le donne continuano ad occupare gran parte delle situazioni informali (lavoro al nero) e raramente raggiungono posizioni apicali, è assodata: le cifre parlano di  una presenza che supera largamente il 50% e sono le caratteristiche dell’empatia, della curiosità e dell’accoglienza a fare delle donne delle operatrici particolarmente attente alle necessità del turista.

Francesca Benassai dell’agenzia Walden viaggi a piedi ha raccontato come circa il 65-70% dei camminatori che si rivolge a loro sia costituito da donne che si avventurano alla ricerca del vero, del particolare e dell’universale, mentre Marta Marciniak, coordinatrice di Migrantour, un progetto solidale nato nel 2014 con l’appoggio dell’Unione Europea, ha raccontato delle passeggiate urbane, interculturali, organizzate dalle loro guide immigrate in quindici città italiane. Raffaella Rizzo, geografa e giornalista, ha ricordato che c’è un mondo femminile trascurato dal racconto ufficiale della storia, di donne che hanno dato un contributo importante alla causa europea, parlando della figura di Ursula Hirschmann, che aiutò il marito, Eugenio Colorni, a trafugare il Manifesto di Ventotene sulla terra ferma e che lo fece tradurre in tedesco e ciclostilare e creò nel 1975 il movimento femminista “Femmes pour l’Europe”, movimento che tuttora esiste.

Federica Paoli, esperta di scritture femministe dell’associazione “Le Funambole” ha citato diversi testi riguardanti famose viaggiatrici del passato e ha sottolineato come i viaggi siano un’importante possibilità di autodeterminazione che può aiutarci a scoprire e affermare qualcosa di noi stesse. A conclusione degli interventi delle oratrici, numerose sono state le domande del pubblico in sala, che ha esposto le singole esperienze in materia di turismo. Tanti spunti e  nuovi progetti che vedono le donne coinvolte, come la recente rete nazionale di “Donne in cammino” nata quest’anno o lo sportello “Donne in trekking”, aperto da poco alla Casa Internazionale delle Donne.