laicaMartedì 15 novembre 2016 a Roma presso la Fondazione Lelio Basso dalle ore 17 e 30 alle ore 19 e 30 Elena Paciotti coordina gli interventi di Luigi Ferrajoli e Gianfranco Viglietta per la presentazione del volume “Minima laica” di Paolo Dusi.  Sarà presente l’autore che  propone in quest’opera una «definizione minima» di laicità analoga, sul piano metodologico, alla definizione minima di democrazia proposta da Norberto Bobbio. E indica, a tal fine, tre significati del principio, tra loro strettamente connessi: la laicità come condizione della pacifica convivenza tra culture, ideologie e religioni diverse, secondo la nozione propostane da Bobbio; la laicità come libertà e autodeterminazione della persona in tutte le scelte che non recano danno ad altri, secondo la definizione di Nicola Abbagnano; la laicità, infine, nel senso più tradizionale, cioè come separazione tra Stato e Chiesa e autonomia del diritto positivo dalle prescrizioni morali delle gerarchie ecclesiastiche.

“In tutti e tre questi significati la laicità comporta un “ritrarsi” dello Stato, un suo passo indietro a garanzia della libertà e dell’uguaglianza delle persone, in alternativa alle limitazioni dell’una e dell’altra a opera delle invadenze e dei passi avanti del diritto e dello Stato pretesi invece dalla Chiesa cattolica. Ne consegue una caratterizzazione del principio di laicità come un metaprincipio etico-politico che informa l’intero sistema della democrazia costituzionale.” (Dalla Postfazione di Luigi Ferrajoli).

“…La laicità, ha spiegato Dusi, con un entusiasmo e una passione che non gli deriva da un istinto immediato, ma da una riflessiva analisi della realtà politica ripercorsa, studiata e infine palesata, è un principio universale. L’autore ha iniziato pertanto con serenità e serietà a declinare le funzioni della laicità come un rimedio e una prassi contro gli evidenti danni dei contrapposti estremismi che veicolano divisione, discriminazioni e violenza.

Riprendendo le pagine di Minima Laica, Dusi ha poi definito il concetto di laicità epurandolo dalle visioni parziali e strumentali di alcuni avversari, fino a provarne, in un crescendo di motivazioni, la valenza sociale. Ha scritto e ci ha fatto notare, cosa di non immediata realizzazione, che il tema della laicità riguarda soprattutto il credente, perché è lui che deve in qualche modo svincolarsi dalle richieste e dal peso dell’osservanza della propria religione per non contraddire i principi costituzionali dello Stato repubblicano e democratico. Con passaggi tematici ed esempi concreti di vicende politiche nazionali riportate nella seconda parte del libro come ad esempio il caso Englaro e la Legge 40 sulla procreazione assistita, ha chiarito come l’esercizio della laicità da parte dello Stato dovrebbe essere svolto in senso attivo per difendere i diritti fondamentali delle persone.

Il discorso, come del resto la lettura del libro, ti accompagna senza appesantire l’attenzione e non poteva alla fine che andare a toccare il tema dell’etica della persona laica, che per sua natura è virtuosa, aperta e orientata al confronto con l’altro. La persona laica esercita l’etica del viandante come esperienza umana della conoscenza perché il soggetto possa rendersi, attraverso la molteplicità dei suoi percorsi e delle sue vedute, libero, responsabile e tollerante. Il viandante laico si mette nei panni degli altri senza disconoscere le proprie aspirazioni e senza negare quelle dell’altro, mettendo sempre in dubbio le proprie certezze. È un esercizio, uno stile di vita, e non è facile. Insomma, scrive e dice Dusi, con la testa ben eretta e la voce sicura: la laicità è principio ispiratore di uguaglianza, libertà, pluralismo.

Il libro è composto da una prima parte, circa 40 pagine, in cui viene riportata la spiegazione accurata dei termini e dei concetti insiti nelle parole laico e laicità. Le spiegazioni vengono tracciate con una analisi precisa e con un linguaggio chiaro, valorizzato da passaggi logici ed esempi concreti. Il lavoro risulta in tal modo accurato ed utile per gli addetti ai lavori e nel contempo, molto comprensibile anche per lettori non avvezzi alla terminologia giuridica. Inoltre le pagine risultano umanamente arricchite da citazioni filosofiche e riflessioni personali dell’autore che rendono la lettura a tratti poetica.

La seconda parte del libro, Un decennio di laicità ferita, riporta 11 interventi, alcuni dei quali già pubblicati sulla rivista “Il Ponte”, che riguardano specifiche di Paolo Dusi a rilevanti fatti politici avvenuti in Italia. Fatti in cui, in generale, la classe politica nostrana, a parte qualche raro esempio dignitoso, ha dimostrato la propria sudditanza rispetto all’intervento e all’ingerenza della chiesa.

Segue una qualificata postfazione di Luigi Ferrajoli. Un libro da leggere e da tenere ben in vista nella propria libreria, per rileggerlo al bisogno, perché il principio della laicità è un argomento mai scontato, da coltivare e da difendere sempre.”  (Cathia Vigato da L’Ateo n. 108)

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Paolo Dusi, in magistratura dal 1960 al 2004, ha svolto pressoché tutte le funzioni, ivi comprese quelle direttive (Procura della Repubblica, Corte d’Appello). È stato componente elettivo del Consiglio superiore della magistratura per il quadriennio 1994-98. Ha partecipato ai lavori della Commissione che ha elaborato il Codice di procedura penale per i minorenni. È stato a più riprese presidente dell’Associazione nazionale dei giudici per i minorenni. Ha pubblicato numerosi studi e interventi, soprattutto in materia costituzionale e di diritto della famiglia.