“Cosa vogliamo fare? Rilanciare il progetto attualizzandolo rispetto alle mutate condizioni socio-economiche, urbanistiche e demografiche di Roma. Non vi è dubbio alcuno, infatti, che soprattutto nelle periferie vi siano condizioni di povertà molto più estese rispetto agli anni ’80″, ha spiegato il primo cittadino. “Allora forse occorre integrare quel progetto iniziando a ragionare sulla creazione di un sistema di servizi, che veda nell’attuale Casa il centro nevralgico delle attività che vengono messe in rete ed ampliate su tutto il territorio della città, con particolare riguardo alle periferie. Per farlo,  è necessario creare un tavolo di lavoro all’interno del quale accogliere una pluralità di voci, di diversa provenienza ed età, non escluse le rappresentanti della Casa delle Donne, che insieme all’amministrazione disegnino il nuovo progetto”.