AIDOS e UNFPA presentano Lo Stato della popolazione nel mondo 2018 il 17 ottobre, ore 11,00 – Sala Stampa Estera – Via dell’Umiltà 83/c

Siamo realmente libere e liberi di scegliere, a prescindere dal posto in cui viviamo, in qualsiasi categoria di reddito rientriamo se, quando e quanti figli avere? Se la risposta è no, i diritti riproduttivi non sono garantiti. Un tempo esisteva un solo tasso di fecondità globale, oggi ne esistono molti e le differenze sono le più ampie mai registrate nella storia dell’umanità. In alcuni casi si hanno più figli di quanti se ne vorrebbero, in altri meno o addirittura nessuno. Dove la popolazione non riesce a realizzare il proprio potenziale, i tassi di fecondità tendono a essere più alti o più bassi di quanto la maggior parte delle persone desidera.

Il perseguimento dei diritti riproduttivi è frenato in alcune aree del mondo da sistemi sanitari che non forniscono servizi essenziali, come gli anticoncezionali; in altre dalle barriere economiche, tra cui disoccupazione, lavori di scarsa qualità, poco retribuiti e l’assenza di servizi per l’infanzia. Questo stato di cose ha forti ripercussioni sulle donne, sulle comunità e su interi paesi. Alla base di questi e di altri ostacoli c’è la persistente disuguaglianza di genere.

In linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile il report non si concentra solo sui cosiddetti paesi in via di sviluppo ma ci mostra come in tutto il mondo i diritti riproduttivi non sono ancora una realtà effettiva per molte persone.

Il Rapporto “Il potere della scelta. Diritti riproduttivi e transizione demografica” è presentato in contemporanea mondiale in oltre 100 città tra cui Londra, Parigi, Madrid, Ginevra, Stoccolma, Berlino, Washington, New York, Bangkok, Johannesburg, Città del Messico.

Intervengono: Luigi De Chiara,Ministro plenipotenziario, Capo unità per la strategia, i processi globali e le organizzazioni internazionali DGCS – MAECI – Mariarosa Cutillo,  Chief of Strategic Partnerships UNFPA – Maria Grazia Panunzi ,Presidente AIDOS – Patrizia Farina, Demografa presso l’Università di Milano Bicocca – On. Lia Quartapelle Procopio, Deputata Commissione Esteri, Gruppo parlamentare Salute globale e diritti delle donne – Coordina Cristina Nadotti, La Repubblica

L’evento è aperto al pubblico

Luca Aterini scriveva nel 2014 su greenreport: …Visto con occhi italiani il mondo è posto in declino, pieno di incertezze e paure, e una delle poche cose rimaste a crescere sono gli anziani. Eppure, mai prima nella storia ci sono stati così tanti giovani tra i 10 e i 24 anni, tutti insieme ad abitare il pianeta: sono 1 miliardo e 800 milioni, su una popolazione mondiale di 7,3 miliardi di persone. Non sono per niente pochi, e nove su dieci vivono nei paesi in via di sviluppo, dove affrontano vari ostacoli per realizzare i loro diritti all’educazione, alla salute, ed a vivere una vita libera da violenze. Secondo l’associazione italiana Aidos, che oggi presenta il rapporto Unfpa Lo stato della popolazione nel mondo 2014 si stima che 57 milioni di giovani non vadano a scuola. Quali sono le possibilità per la nostra società di raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile e inclusivo senza che queste giovani speranze siano protette, istruite, vengano garantiti loro diritti individuali? Secondo l’analisi del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, ben poche. Questa sfida ci riguarda da vicino, e non chiamarci fuori.

In Italia in particolare, dove su 61,1 milioni di abitanti solo 8,9 (il 15%) rientra nella fascia d’età 10-24 anni – e dove il tasso di fertilità è fermo a 1,5, abbondantemente al di sotto di quello di sostituzione – questa lotta si gioca su due diversi fronti. Quello interno ci vede sprecare una risorsa sempre più scarsa e (dunque) preziosa, i giovani italiani: il loro tasso di disoccupazione è in aumento, quello che misura la presenza di Neet pure, e non ne valorizziamo le competenze. Anche quello esterno ci vede in sofferenza, come testimonia il rapporto burrascoso che abbiamo coi migranti stranieri – molti dei quali giovani – che arrivano sulle nostre coste e entro i nostri confini.

Di questo miliardo e 800 milioni di giovani è facile vedere i lati negativi. Dopotutto, si tratta di bocche in più da sfamare, di consumi energetici e non da soddisfare, di lavori da creare. Ma «il rapporto di Unfpa che presentiamo oggi – dichiara Daniela Colombo, presidente di Aidos – è di segno opposto. Non considera adolescenti e giovani come un problema insormontabile, come un salasso di risorse già insufficienti, ma guarda al miliardo e 800 milioni di adolescenti e giovani che oggi vivono sul pianeta (un quarto della popolazione totale) e ai 120 milioni che si presentano ogni anno sul mercato del lavoro, quasi con ottimismo, dicendoci che la popolazione giovane più numerosa della storia può incidere in modo profondo su tutti gli aspetti del nostro comune futuro e ha la potenzialità di creare un mondo migliore per tutti. I paesi che riusciranno a rispondere alle esigenze di adolescenti e giovani si troveranno nella posizione più favorevole, nella seconda metà del secolo, con una popolazione più istruita e più sana, una maggiore forza lavoro produttiva, economie in crescita e tassi di fecondità in diminuzione».