Biblioteca umanistica Università di Cassino
Biblioteca umanistica Università di Cassino

I Gender Studies, italianizzati in studi di genere, declinati ormai in moltissimi e diversissimi ambiti di ricerca, consolidati in Italia dalla fine degli anni Sessanta, con studi allora pioneristici, oggi considerati classici, combattono da anni una battaglia bifronte: riscoprire e conservare. Il tentativo continua ad essere, per chi scrive, quello di disegnare una storia relazionale fra i sessi, ma per ottenere una situazione di equilibrio, occorre ancora indagare molto la storia ‘abitata’ dal genere femminile, che è rimasta piuttosto in ombra. Esclusa dalla storia titolava efficacemente negli anni Settanta il suo libro Sheila Rowbotham.

Un paziente e amoroso lavoro è stato necessario e continua ancora, per l’individuazione, il ripescaggio e lo studio di fonti spesso nascoste, prive dei crismi dell’ufficialità, talvolta ritenute poco degne di trasmissione, anche dalle donne stesse; non è un mistero che i Dizionari biografici, fino a non molti anni fa, considerassero illustri e degne di passare alla storia poche categorie di persone, essenzialmente uomini, quelli che avevano eccelso nella cultura, nella politica, nelle armi, nella diplomazia, nella santità.

Le donne citate erano per lo più sussunte collettivamente nella famiglia di origine o di destinazione, ricordate come regine prive quasi sempre del titolo di sovranità, martiri religiose, donne versate nelle scienze e nelle arti, ma nella categoria dell’eccezione, eretiche e streghe. Del resto, per fare un esempio vicino a noi, quest’anno è stato celebrato il 70° del voto delle donne delle donne, cioè l’esordio nel 1946 delle donne come elettrici ed elette, e da allora i repertori istituzionali e politici, dai discorsi parlamentari, ai dizionari, alla manualistica di riferimento, hanno dovuto cambiare di segno, diventando duali, invece che mono sessuati.

Molto è cambiato, ma la strada è ancora lunga se i nostri testi scolastici di ogni ordine e grado sono ancora costruiti con il sistema degli aggiustamenti successivi: è “moderno” inserire qua e là presenze femminili indispensabili, senza però ripensare il tessuto collettivo e connettivo in cui queste tessere vanno a inserirsi. Se tanto c’è ancora da lavorare per ricostruire attorno a indubbie figure d’eccezione un contesto femminile molto variegato che le attorniava, e che rende alcuni avvenimenti principi della nostra storia, come il Risorgimento ad esempio, un ideale di uomini e donne, altrettanto ci si deve impegnare per assicurare alle fonti recenti o lontane, una collocazione istituzionale. È inevitabile un riferimento alle mie vicende personali di studiosa dell’associazionismo femminile nel XIX e XX secolo, disciplina per la quale ho contribuito nel corso di non pochi anni a costruire una credibilità scientifica, e che mi ha visto peregrinare per anni alla ricerca di fonti custodite inconsapevolmente, mescolate ad altre ritenute più importanti, celate in archivi familiari ma ritenute di seconda mano.

Alcuni archivi, in particolare quello del Consiglio Nazionale Donne Italiane, oggi consultabile presso l’Archivio centrale dello Stato, mi hanno visto poi, insieme ad altre colleghe, peregrinare in diversi luoghi per assicurarne una sistemazione non solo degna, ma che assicurasse una consultazione.

È per questi motivi cui ho accennato molto brevemente, che sono particolarmente grata alla Biblioteca di Area Umanistica Giorgio Aprea, e alla disponibilità della dott.ssa Manuela Scaramuzzino, per aver accettato come Fondo autonomo la collezione completa e cartacea del Paese delle Donne; nel 1986 nasceva l’associazione omonima per volontà della Redazione di donne che per due anni aveva autogestito l’omonimo spazio settimanale sul quotidiano “Paese Sera”.

Dal novembre 1987, l’associazione editava in proprio la testata cartacea “Il Foglio de il Paese delle donne”, settimanale fino al 2000, poi quindicinale con 3 o 4 numeri monografici annuali. Dal 1995, edita anche un sito: www. womenews .net. e la testata Paese delle donne on-line che dall’8 marzo 2016 è diventata Paese delle donne – on line – rivista. Dal 2000, è attivo anche il Premio di scrittura femminile Paese delle donne & Premio Donne e Poesia articolato in sei sezioni (Saggistica, Narrativa e Letteratura per l’infanzia, Tesi di Laurea, Arti visive, Poesia edita e inedita, e-book).

L’associazione è co-fondatrice della Casa internazionale delle donne, a Roma, dell’Associazione Federativa Femminista Internazionale (Affi) e di Archivia-archivi, biblioteche e centri di documentazione delle donne. La testata sostiene e promuove le politiche e le culture delle donne attraverso convegni, mostre e altri eventi culturali, collaborando anche con le Università. Il giornale è stato dichiarato Patrimonio Storico dalla Sovraintendenza archivistica del Lazio.

Oltre che all’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, l’unica altra collezione, completa all’80%, comprensiva di numeri speciali e inserti monografici, è stata depositata dall’Associazione in Archivia, Casa internazionale delle donne a Roma. Nota sul Fondo depositato presso la Biblioteca dell’area umanistica dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale Il materiale si compone di due parti:

1. Collezione de “Il Foglio de il Paese delle Donne” (Dicembre 1987 n° 0 – Anno 2016). Essa è completa all’80%, nelle periodicità settimanale, quindicinale e trimestrale, comprensiva di Inserti monografici, Fogli autogestiti e Piccola Editoria (spedita in Supplemento). Sono stati pubblicati quattro numeri bilingui diffusi in contemporanea in Italia e a N. York in collaborazione con l’Associazionismo femminile locale e di cui esiste una copia presso di noi.La Collezione comprende alcuni numeri con opere di vign ettiste, alcune delle quali diventate famose: es. “Lori” che ha annualmente regalato la vignetta con gli Auguri dell’ultimo numero dell’anno. Tra gli inserti, la serie dedicata alla Legge 124, autogestita da Assolei. Le tematiche affrontate dal Giornale e dagli Editi attendono alla sfera socio-politica della produzione dei soggetti autonomi femminili e femministi, in Italia e all’estero. Medesima impostazione al materiale pubblicato sulle testate online.

2. Il materiale si compone di Editi riguardanti le sezioni: Saggistica, Narrativa e Letteratura per l’infanzia, Tesi di Laurea, Arti Visive, Poesia. La sezione Tesi, a cura di docenti universitarie e di professore delle Scuole superiori, è stata la prima a proporre la produzione delle giovani tesiste unitamente a quelle delle autrici con Editi; mantiene il carattere sperimentale dimostrando ogni anno la qualità della formazione acquisita. La sezione Poesia, curata dall’Associazione Donna Poesia, corrisponde al Premio Donna e Poesia (con Editi e Inediti), che è stato il primo Premio di Poesia finalizzato alle donne in Italia, anch’esso nato durante l’iter costitutivo della Casa Internazionale delle Donne. Le tematiche emerse negli anni appartengono sempre alla sfera socio-politica della produzione femminile e femminista, in Italia e all’estero (essendo accettato materiale in lingua straniera con traduzioni in italiano). Di particolare rilievo è la partecipazione costante di case editrici che si iscrivono in prima persona. Dal 2000 a oggi, il Premio ha riservato grandi soddisfazioni alla giuria (formata da docenti, giornaliste, scrittrici, poete, lettrici), e ha portato all’attenzione del pubblico, anche attraverso la stampa di numeri monografici, una produzione di alto livello e provenienti da tutto il territorio nazionale.

Fiorenza Taricone Docente di Storia delle dottrine politiche e di Pensiero politico e questione femminile  Dott.ra Maria Paola Fiorensoli Presidente “Il Paese delle Donne” Info : associazionepdd@gmail.coma