Nella quarta conversazione, “RENOVELLA – novità antiquarie femministe”, rubrica curata da Maria Paola Fiorensoli (il Paese delle donne), Liviana Gazzetta (storica, socia SIS), e Gabriella Gianfelici (associazione Exosphere), propone alla lettura “Vogliamo decidere noi” – Donna, Referendum Divorzio – pamphlet ciclostilato del marzo 1974.

Ospite: Maria Andrea Andrei, laureanda all’Università di Padova (seconda laurea) in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali e Diritti Umani con tesi sulle organizzazioni di società civile, in particolare la Eurpean Women’s Lobby. Partecipa al Direttivo della Casa delle donne di Padova occupandosi specialmente di Comunicazione. L’Italia si spaccò sul Referendum della legge “Fortuna” sul divorzio uscita tre anni prima; si votava “NO” per mantenerla e “SI” per abrogarla come da istanze conservatrici e confessionali. La campagna referendaria investì e riflesse il cambiamento sociale in atto, la nuova centralità del soggetto donna nel dibattito corale, epocale, nella sfera pubblica e privata, laica e religiosa. Lotta Femminista si mobilitò nelle sedi (Padova 1 e 2, Venezia 1 e 2, Bologna, Modena, Milano, Firenze, Ferrara), e in pubblicazioni delle quali “Vogliamo decidere noi” è il pamphlet più circolato e maggiormente riassuntivo delle ragioni femministe del NO; quasi un vademecum per distinguere non solo le varie modalità esistenti per affrontare la fine di un rapporto – ANNULLAMENTO, SEPARAZIONE LEGALE, DIVORZIO, ma i vari tipi di società meno o più avanzate che si creavano avendo o non avendo il divorzio.

Nata negli anni ’90 dello scorso secolo in Romania, cresciuta in una situazione molto diversa, solo quando è arrivata in Italia, dove molti diritti erano già stati conquistati, Maria Andrea ha avuto chiaro il panorama femminista italiano, le richieste avanzate, e il significato del NO referendario. Del testo, ha dato particolare importanza alla denuncia delle discriminazioni rispetto ai ruoli e ai carichi di lavoro soffermandosi sulla richiesta del salario al lavoro domestico affrontata nella rubrica precedente. Il commento è che c’è ancora molto da cambiare; sussiste un maggior carico di lavoro domestico e di cura sulle donne; alla mancanza di autonomia economica corrispondono una limitazione nella scelta divorzile e forti problematiche anche di lavoro. “Credo che oggi ci sia un cambio di paradigma; il matrimonio non è più un obiettivo in se stesso ma dipende da situazioni di coppia in cui si vogliano tutelare aspetti di particolare delicatezza o dare garanzie ereditarie.” A oggi, molte coppie non si sposano mai o lo fanno dopo anni di convivenza e in presenza di figli/e. Liviana Gazzetta ha evidenziato come il pamphlet coniughi due aspetti fondamentali: l’analisi del momento referendario e l’approfondimento di tematiche che potevano sembrare solo d’attualità mentre riflettevano i cambiamenti in atto a fronte delle analisi e richieste femministe. in Indice: il contesto della campagna referendaria, le conseguenze di una società senza divorzio, lo scetticismo e le paure delle donne. Nelle pagine: “famiglia e lavoro domestico, come incominciare a rifiutarli”; Comunicati di Lotta Femminista per il NO; testimonianze; normativa sulla separazione legale, annullamento e divorzio.

Info: Vogliamo dire noi. Donna Divorzio Lavoro. – Padova, Lotta Femminista 1974. Pamphlet scaricabile gratuitamente dal sito www.femminismo-ruggente.it