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Il video della conversazione tra Daniela Paba e Rayen Kuyeh lo potete seguire su Server Donna di Bologna women.it

Pia Brancadori il 31 Maggio 2016 ha scritto ….  L’amica giornalista cagliaritana Daniela Paba ha condiviso con noi, per conto di women.it, questa conversazione con Rayen Kuyeh, sapiente poeta, riconosciuta per il suo lavoro poetico/politico e il suo attivismo culturale: le sue poesie piene di amore per la Madre Terra sono insieme una precisa denuncia contro lo sfruttamento neo-coloniale delle multinazionali, e contro la violazione dei diritti che il popolo Mapuche (insieme ad altri popoli nativi) combatte, oggi come in passato: dopo aver resistito per “400” anni agli spagnoli, in nome della terra madre e della propria cultura indigena, ora l’impegno è a resistere alle predazioni delle multinazionali. L’intervista si chiude con un canto poetico di Rayen (la poesia mapuche è cantata).

poetaRayen Kuyeh, messaggera della parola e poeta mapuche, porta la denuncia contro le politiche predatorie dell’Enel in forma poetica e insieme fortemente politica “Poesia como medio de comunicacìon entre los pueblos”.

Abbiamo incontrato Rayen Kuyeh, in occasione del suo viaggio in Italia per una serie di incontri in varie città italiane, grazie al prof. Riccardo Badini che, insieme a Fiorenzo Juliano, l’ha ospitata a Cagliari – Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica e Centro interdipartimentale di studi sull’America Pluriversale – nell’ambito del Seminario Voci d’America. Letterature indigene d’America. Rayen ci tiene a sottolineare l’importanza che la sua parola venga accolta come messaggera di una comunità, e non secondo lo spirito individualista corrente: una comunità non assimilata e consapevole delle proprie sapienze e peculiari differenze, di cui lei è voce e testimonianza vivente.

Rayen Kuyeh è una sapiente e riconosciuta poeta (ha vinto molti premi ed è tradotta in molte lingue) che attraversa varie lingue a partire dalla propria mapudungun (la lingua Mapuche): lingua praticata e insegnata alle/i piccoli/e e cultura difesa dalla comunità, come base della resistenza e del contrasto al dominio coloniale e neocoloniale: i Mapuche infatti sono il popolo che, nei territori del sud del Cile, ha resistito senza arrendersi né capitolare e utilizzando varie strategie di conflitto, quasi 400 anni al dominio spagnolo prima, a quello nazionale cileno poi, contrastando fortemente le politiche assimilatorie del dittatore Pinochet peraltro e dei governi che poi gli sono succeduti, fino alle attuali battaglie per la propria lingua e cultura e contro le predazioni di terra e di vita delle multinazionali.

La battaglia per il riconoscimento formale della lingua mapudungun, trasmessa oralmente di generazione in generazione con forte consapevolezza di sé, dopo ostracismi, violenze e coazioni da parte dello stato cileno, è stata vinta proprio di recente: da pochissimo infatti la lingua mapudungun è stata riconosciuta (nel quadro della difesa globale delle lingue minoritarie).

 

Centrale nella cultura Mapuche, sottolinea Rayen, è il legame con la terra, che porta nel nome Mapu (Mapu=terra/che=popolo) e con l’ambiente, vegetale e animale; oltre ad avere una dimensione sacra, la terra (e gli alberi e gli animali e le cose) non è considerata proprietà di alcuno in particolare se non della comunità; l’organizzazione politica non è centralizzata, ma a cerchi territoriali (e ciò è anche – probabilmente – il motivo della loro capacità di resistenza ai grandi poteri verticali: Inca, Spagnoli, Stato nazionale…). Rayen ricorda e sottolinea che le donne hanno un ruolo centrale sia nella spiritualità che nella trasmissione della cultura, come è evidente nella figura della Machi (guaritrice/in contatto con le divinità e gli spiriti della vita) e della Kalku (in contatto con gli spiriti della morte), e che, non a caso, la divinità celeste più importante è la luna. Animali e piante del mondo fisico hanno un ruolo di insegnamento e di protezione: Rayen fa molti esempi a tal proposito e ricorda non pochi significativi interventi salvifici del Puma e di molti uccelli nel rapporto di spiritualità e di materialità con i Mapuce: cosmovisione, legame con la terra e gli animali e le vegetazioni, la lingua mapudungun (lingua di terra: che emerge dall’ascolto della terra e di tutti i suoi elementi, suoni e movimenti).

 

Rayen sottolinea come lei, pur vivendo parte della sua vita in città ed in ambiente metropolitano, non può fare a meno della vita sulla cordigliera con i suoi ritmi vitali e le sue basiche necessità. Tanto più sottolinea la gravità insopportabile dei progetti di sfruttamento del territorio da parte delle multinazionali della morte: la italiana Enel al momento ha in corso d’opera l’appropriazione delle acque del fiume BìoBìo con programmi di evacuazione di villaggi e distruzione della vita che Rayen denuncia e da cui ci interpella.

Molti i suoi lavori e testi pubblicati, anche in Europa. Tra cui segnaliamo in trad. italiana con testo a fronte mapudungun: Rayen Kuyeh. Luna dei primi germogli. Ed.Gorée, Siena, 2006 (con un prologo di A. Melis: Il canto epico-lirico di Rayen).

Per info: ecomapuche.com/index.php/2016/02/21/rayen-kvyeh-bibliografia/