Intervista sul canale YouTube dell’associazione Il Paese delle Donne a BRIT DE JONG, autrice del libro “C’era una volta RADIO DONNA” – dedicato a “figli, nipoti e pronipoti di Anna, Nunni, Gabriella, Rosetta, Linda”. Il libro realizza la promessa di BRIT DE JONG a una di loro, sua compagna di vita, Linda Ingafù, di lasciare una chiara testimonianza dell’attentato dei NAR al Collettivo casalinghe che nella tragica mattina del 9 gennaio 1979 stava parlando di contraccezione dai microfoni di RADIO DONNA, in Radio Città Futura.

Il processo del 1985, derubricò l’atto terroristico come danneggiamento all’emittente e ferimento delle presenti, ma quella mattina Valerio Fioravanti (Giusta), compagno di Francesca Mambro e i suoi camerati, fuoriusciti dalle sezioni romane del Movimento Sociale Italiano (MSI), alcuni con precedenti criminali, gettarono nella saletta radio benzina sulle attrezzature e una molotov in fiamme che ustionò pelle, bruciò abiti e capelli e mitragliarono anche all’addome le donne a terra e quelle in fuga, attaccandole dall’alto e dal basso delle scale. La volontà dei NAR fu subito chiara; nel comunicato scrissero che volevano colpire un “bersaglio speciale”, le femministe, essendosi “stancati” di farlo su ragazzi di sinistra “imbecilli” ma ritenuti comunque “anti-sistema”. Il soccorso di negozianti e passanti evitò le morti ma non lo shock – loro e delle famiglie – esistenze difficili, operazioni ripetute e per quasi tutte un ritiro doloroso nel privato.

La condanna, internazionale, dell’attentato contò quella del Collettivo olandese “Domitilla” intitolato all’attivista Domitilla Barrios de Chugara, moglie di un minatore, madre di sette figli/e, portavoce a Città del Messico (1975) delle lotte delle comunità rurali e delle donne. Il Collettivo, formato da Olandesi con lunghe permanenze all’estero, attiviste interculturali che valorizzano l’intersezionalità, si costituì parte civile nel processo ai NAR, raccolse firme di solidarietà, ospitò ad Amsterdam le donne ferite con cui mantenne nel tempo i rapporti; nella tragedia, maturò anche una storia d’amore trentennale tra l’olandese Brit e l’italiana Linda, entrambe con matrimoni e figli/e alle spalle (cinque in tutto). Alla maggiore dei nipoti di Linda, Simona, “la più curiosa sulla vicenda politica e amorosa della nonna”, l’Autrice indirizza cinque “lettere” alternando testimonianze e riflessioni sul periodo; sulle diversità tra femminismi in Italia e in Olanda; sulla biografia, politica e amorosa, di due femministe di Paesi molto diversi. Vissute a lungo in Umbria, fondarono un teatro musicale insieme a un gruppo di donne di AIDA – Associazione Italiana Donne Anziane (Pg) e parteciparono attivamente anche all’iter costitutivo della Casa internazionale delle donne a Roma.

“Ho accettato di riattraversare la storia della mia vita per dare voce al silenzio, al non detto di milioni di donne che hanno avuto ed hanno tutt’ora storie meravigliose di vita vissuta e che rimangono sconosciute” (B.d.J., p. 121)

Testo bilingue italiano-olandese; contributo alla versione italiana Silvia Terribili; ampio corredo fotografico a colori; foto originale di copertina di Jaap de Boer.

Nel corso della presentazione del libro, il 22 settembre all’ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA PER I PAESI BASSI, presente l’Autrice, Simona e alcune attiviste dell’ex Collettivo Domitilla, è stato proiettato il documentario di Nouchka van Brakel del 1992 su Linda Ingafù con intervista che rilasciò a Yvonne Scholten, corrispondente del Volkskrant, nel 1979. (Keizersgracht 564, 1017 EM Amsterdam Paesi Bassi; Tel. +31 206263987 ; mail: iicamsterdam@esteri.it)

Info: Brit De Jong, C’era una volta Radio Donna. L’attentato in cinque lettere a Simona. – Amsterdam: in proprio, 2023.

Brit De Jong
Paola Cordone, Direttora Istituto italiano di Cultura, Amsterdam
Simona Ingafu’ nipote maggiore di Linda di Radio Donna
Brit De Jong e Maria Paola Fiorensoli